Siamo come pappagallini ammaestrati che vivono dentro una gabbia, lo sportellino di solito è spalancato e nella stanza c'è anche la finestra aperta.
A volte c'è bisogno che qualcuno ci dica "ehi sei libero, se vuoi puoi volare!", altre ci viene da mettere fuori il becco spontaneamente, altre ancora rimaniamo chiusi nel suo perimetro e crediamo che il mondo sia tutto lì.
Cosa rende la gabbia così affascinante? Il fatto che qualcuno l'abbia allestita per noi di ogni comfort? La pappa pronta già masticata da qualcuno senza che facciamo fatica noi a muovere di più le mandibole? Ci affezioniamo ai nostri padroni: le abitudini, i dolori, i condizionamenti.
Assaporare la libertà vera non ha prezzo, mantenerla stabile è ancora difficile ogni tanto si fa ritorno alla gabbietta, ma non importa. Abbiamo finalmente guardato altrove. Oltre. Possiamo ancora avventurarci fuori ..finché arriverà il giorno in cui prenderemo il volo davvero, leggeri e liberi dai pesi e sono sicura che tutti questi pappagallini che hanno spiccato il volo poi non potranno fare a meno di tornare a fare visita agli altri pappagallini, perché siamo tutti fratelli e non possiamo evitare di dire agli altri "ehi sei libero, se vuoi puoi volare!"
M.K.V.
Questo blog vuole essere uno strumento per condividere la mia esperienza e non solo, un viaggio interiore alla ricerca e alla scoperta della parte più vera che è dentro ognuno di noi.
venerdì 30 ottobre 2015
venerdì 16 ottobre 2015
La paura della morte
Cos'è che ci impedisce davvero di cambiare? La paura, il dolore, l'esperienza del passato, i dubbi, tutti gli attaccamenti alle nostre abitudini e ai nostri schemi, e alla fin fine se scaviamo ancor più in profondità in queste motivazioni che per noi tutti possono essere particolari e diverse, scopriamo che nascono da una radice comune: la paura della morte, la paura della non esistenza fisica. La morte per noi terrestri è il cambiamento dei cambiamenti, è il cambiamento che nessuno può evitare, un passaggio obbligatorio. Ci spaventa così tanto perché ignoriamo completamente cosa ci possa accadere in questo passaggio, ma è solo conoscenza che si è perduta nel tempo, la morte intesa come ci hanno sempre insegnato non esiste. La morte non è fine, è trasformazione, è un cambio di vesti, di vibrazione e dimensione, è energia che trasforma la sua scorza, un passaggio di stato da solido a liquido, o da liquido a vapore, ma la sostanza di ciò che è sempre stato rimane.
Il nostro non accettare l'impermanenza della vita come esperienza e transito ci spaventa. C'è da dire che la nostra società occidentale soprattutto, fa in modo di non farci avere un rapporto sereno con questo rito di passaggio, il risultato finale è che non vogliamo vedere, non vogliamo informarci, non vogliamo affrontare l'argomento. C'è un documentario molto interessante di Franco Battiato che ne parla: Attraversando il Bardo, se vi può interessare la tematica dategli un'occhiata. La paura della morte e di abbandonare il corpo fisico è così forte e profonda che sicuramente permane anche quando ci dedichiamo con impegno a togliere il velo di Maya. Con molta sincerità posso affermare che l'ho sperimentato su me stessa settimana scorsa attraverso un viaggio sciamanico. Ultimamente mi sto dedicando a imparare (ricordare) alcune tecniche sciamaniche attraverso l'aiuto del Core Shamanism che mi sta trasmettendo una bravissima ragazza. Al primo incontro al terzo e ultimo viaggio della serata ci ha chiesto di domandare al nostro animale di potere di fare per noi una cerimonia dello smembramento. Cos'è? Durante questa cerimonia l'animale guida ti fa proprio a pezzettini ti de-struttura e ri-struttura per andare a lavorare sull'ego. Durante la mia cerimonia ho sentito molto forte questo mio personale attaccamento al corpo fisico.
Ecco il viaggio: all'inizio ho sentito che l'animale guida mi tagliava il braccio e poi un pezzo della testa, poi mi sono sentita agganciare al plesso solare e mi sono ritrovata sospesa a mezz'aria, lì il corpo ha iniziato a sgretolarsi e il messaggio che arrivava era questo "Siete il Tutto e il Niente, il Niente e il Tutto. L'attaccamento al corpo è un sentimento umano, ma la realtà è che siete eterni e infiniti". Quindi ho cominciato a sperimentare di essere tutti gli elementi "Tu sei vento, Tu sei fuoco, Tu sei acqua di ruscello, Tu sei terra, Tu sei etere. Nella dimensione terrena Tu sei una miscela sapiente di questi elementi." Non sentivo dolore ma una lieve ansia, come una fretta di finire e ritornare intera, infatti ho chiesto "Posso tornare ricomposta?" prima di farmi tornare nelle mie vesti fisiche mi hanno fatto un dono. L'esperienza è stata così forte che finché il suono del tamburo andava ancora costante mi sono vista addormentata e vegliata dal mio animale guida che mi cullava e diceva "Riposa Figlia, riposa". Un'esperienza molto forte e pregna di significato.
Ieri con degli amici su una chat ho ricevuto un altro input, un'amica ha posto proprio la domanda "Cosa impedisce il nostro cambiamento?" e un amico ha risposto la paura della morte, facendo scattare in me la necessità di scrivere qualche riflessione su questo argomento.
Se mi domando come mai nonostante la mia fiducia in ciò che sto portando avanti e le esperienze che vivo quotidianamente ancora esiste in me questo scoglio, posso rispondere che probabilmente sono ancora ad uno stadio mentale di questa comprensione. Molti lo siamo, parliamo della morte in termini diversi ma in realtà la comprensione ancora non si è spinta oltre a una certa profondità. Mi viene da scrivere che probabilmente diventeremo davvero Umani solo quando supereremo in pieno la paura della morte, perché in quell'istante la fiducia in "ciò che siamo e ciò che è" sarà accordata totalmente e non avremo più dubbi sulla nostra natura e quella di ogni cosa esistente nell'Universo.
Sat Nam
M.K.V.
Il nostro non accettare l'impermanenza della vita come esperienza e transito ci spaventa. C'è da dire che la nostra società occidentale soprattutto, fa in modo di non farci avere un rapporto sereno con questo rito di passaggio, il risultato finale è che non vogliamo vedere, non vogliamo informarci, non vogliamo affrontare l'argomento. C'è un documentario molto interessante di Franco Battiato che ne parla: Attraversando il Bardo, se vi può interessare la tematica dategli un'occhiata. La paura della morte e di abbandonare il corpo fisico è così forte e profonda che sicuramente permane anche quando ci dedichiamo con impegno a togliere il velo di Maya. Con molta sincerità posso affermare che l'ho sperimentato su me stessa settimana scorsa attraverso un viaggio sciamanico. Ultimamente mi sto dedicando a imparare (ricordare) alcune tecniche sciamaniche attraverso l'aiuto del Core Shamanism che mi sta trasmettendo una bravissima ragazza. Al primo incontro al terzo e ultimo viaggio della serata ci ha chiesto di domandare al nostro animale di potere di fare per noi una cerimonia dello smembramento. Cos'è? Durante questa cerimonia l'animale guida ti fa proprio a pezzettini ti de-struttura e ri-struttura per andare a lavorare sull'ego. Durante la mia cerimonia ho sentito molto forte questo mio personale attaccamento al corpo fisico.
Ecco il viaggio: all'inizio ho sentito che l'animale guida mi tagliava il braccio e poi un pezzo della testa, poi mi sono sentita agganciare al plesso solare e mi sono ritrovata sospesa a mezz'aria, lì il corpo ha iniziato a sgretolarsi e il messaggio che arrivava era questo "Siete il Tutto e il Niente, il Niente e il Tutto. L'attaccamento al corpo è un sentimento umano, ma la realtà è che siete eterni e infiniti". Quindi ho cominciato a sperimentare di essere tutti gli elementi "Tu sei vento, Tu sei fuoco, Tu sei acqua di ruscello, Tu sei terra, Tu sei etere. Nella dimensione terrena Tu sei una miscela sapiente di questi elementi." Non sentivo dolore ma una lieve ansia, come una fretta di finire e ritornare intera, infatti ho chiesto "Posso tornare ricomposta?" prima di farmi tornare nelle mie vesti fisiche mi hanno fatto un dono. L'esperienza è stata così forte che finché il suono del tamburo andava ancora costante mi sono vista addormentata e vegliata dal mio animale guida che mi cullava e diceva "Riposa Figlia, riposa". Un'esperienza molto forte e pregna di significato.
Ieri con degli amici su una chat ho ricevuto un altro input, un'amica ha posto proprio la domanda "Cosa impedisce il nostro cambiamento?" e un amico ha risposto la paura della morte, facendo scattare in me la necessità di scrivere qualche riflessione su questo argomento.
Se mi domando come mai nonostante la mia fiducia in ciò che sto portando avanti e le esperienze che vivo quotidianamente ancora esiste in me questo scoglio, posso rispondere che probabilmente sono ancora ad uno stadio mentale di questa comprensione. Molti lo siamo, parliamo della morte in termini diversi ma in realtà la comprensione ancora non si è spinta oltre a una certa profondità. Mi viene da scrivere che probabilmente diventeremo davvero Umani solo quando supereremo in pieno la paura della morte, perché in quell'istante la fiducia in "ciò che siamo e ciò che è" sarà accordata totalmente e non avremo più dubbi sulla nostra natura e quella di ogni cosa esistente nell'Universo.
Sat Nam
M.K.V.
Iscriviti a:
Post (Atom)