lunedì 25 maggio 2015

Convinzioni e limitazioni

Avevo intenzione di scrivere il prossimo post sull'argomento del Qui ed Ora, ma ho deciso di seguire quello che l'Universo mi ha proposto come esperienza in questi giorni, o meglio ciò che ho deciso di auto-propormi come esperienza in questo periodo. L'argomento che andrò ad affrontare è un po' delicato, ma.. 
Per il momento ho deciso di scrivere solo su ciò di cui ho diretta esperienza, quindi ho testato anche questo su di me. 
Ciò di cui vorrei parlare è la gabbia di convinzioni, sovrastrutture e auto-limitazioni che ci siamo costruiti attorno e da cui siamo convinti di non poter uscire.
La prenderò larga.
Tutto è energia. Noi siamo energia. Anche il nostro pensiero è energia, dunque l'energia del pensiero va dove la porta il pensiero stesso. Lì dove esiste energia c'è Creazione. Il pensiero quindi è fortemente creativo. Noi siamo esseri creativi, direi proprio che uno degli scopi principali per cui siamo qui è proprio quello di creare. Se creiamo consapevolmente, ovvero consci di ciò che stiamo creando, possiamo fare miracoli. Siamo esseri potenzialmente infiniti, ma spessissimo viviamo schiavi della nostra piccola prigione sentendoci impotenti di poter cambiare le cose, anche le più piccole. Provate a fermarvi e a osservare, noi creiamo continuamente, non lo facciamo quasi mai in maniera cosciente, ma lo facciamo. Come funziona quando inventiamo qualcosa? Prima ci viene l'idea, cominciamo a darle forma nella nostra mente, poi cominciamo ad agire per darle anche una forma fisica e se agiamo con convinzione e motivazione otteniamo quella cosa. Tutto è partito da un semplice pensiero. 
Tutto nella vita funziona alla stessa identica maniera: pensiero creativo + azione = forma.
Vien da se che tutto ciò di cui abbiamo esperienza lo abbiamo creato noi. 
Qui di solito la mente parte a controbattere: "Non è vero, io mica ho voluto quella situazione lì che mi ha fatto stare così male, io non l'ho creata, io non ho scelto, perché mai avrei dovuto farlo? Sarei stupido altrimenti!". Il mio punto di vista odierno mi porta a considerare queste opinioni come le "scuse" che la mente crea per non mettersi in discussione, è più facile rimanere nella zona comfort che abbiamo creato nel nostro caos anche se significa vivere nel disequilibrio più totale, ma è solo il mio punto di vista. Quando ho letto per la prima volta in un libro che ogni esperienza vissuta l'abbiamo voluta, scelta e creata, anche la più spiacevole, non mi è sembrato così strano, mi sono messa volentieri alla prova per vedere come funzionavano esattamente le cose e ho cominciato a fare quello che tutti i testi consigliano, nulla di stupefacente, impossibile o che richiede facoltà paranormali, ognuno di noi può accorgersi di come funziona questo gioco che chiamiamo Vita semplicemente osservandosi. Lo chiamano "Attivare il Testimone", più semplicemente: osservazione distaccata di Sé, senza giudizio o aspettative, mi guardo da fuori come fossi qualcuno che mi osserva dall'esterno e ascolto distaccatamente me stesso, i miei pensieri e le parole che dico, guardo i gesti che faccio. Non è una pratica che riesce al primo colpo, è una pratica da allenare dentro di sé. Le prime cose che balzano all'occhio attivando l'osservazione sono che: fondamentalmente funzioniamo come degli automi e viaggiamo costantemente col pilota automatico inserito, ci muoviamo esclusivamente seguendo abitudini, che ci siamo creati o che ci hanno indicato come le migliori da utilizzare (famiglia, società, religione); la nostra mente è una radio che trasmette senza tregua un intricato groviglio di pensieri che viaggiano ad una velocità incredibile, spesso sono pensieri poco propositivi e a volte sono anche pensieri ossessivi.
Finché viviamo in questo stato di addormentamento, prede del pilota automatico inserito e della nostra mente che vaga dalla mattina alla sera indisturbata e crea senza che ce ne rendiamo conto, subiamo la Vita. Attenzione! Questo stato è modificabile, ma bisogna volerlo. C'è anche chi non desidera cambiare e vuol stare dove sta, libero di scegliere, ogni scelta è un nostro sacrosanto diritto che nessuno ha il potere superiore di giudicare. 
Dopo un primo sguardo attento ai pensieri che formuliamo e alle parole che diciamo possiamo cominciare a renderci conto anche di come siamo manovrati dalle nostre convinzioni e dalle nostre paure. Qualsiasi cambiamento che vada a toccare il nostro equilibrio precario ci atterrisce e ci manda in panico. Solo l'idea di doverci spostare di un passo da dove siamo ci causa ansia e stress, perché siamo attaccati con le unghie e coi denti al "personaggio" che crediamo di essere e che invece ci siamo costruiti e cuciti attorno con l'ago e il filo delle nostre convinzioni e delle nostre abitudini e perché siamo governati dalla paura. No panic. L'altro passo da fare per uscire dalla gabbia è comprendere che nulla fuori ha il potere su di noi. Fate un bel pernacchione al Sistema che vi ha convinto del contrario. Tutto dall'esterno ci rimanda a questo: "Sei impotente, non puoi fare nulla, non puoi cambiare niente", più ce ne convinciamo e più lo dichiariamo, più lo saremo. Le parole sono la più alta forma di magia che esiste "All'inizio fu il Verbo". Cominciate a far sgretolare la gabbia e a disintegrarla. Noi possiamo essere ciò che vogliamo, Noi possiamo fare molto, Noi possiamo cambiare le cose! Ponendo attenzione ai nostri pensieri e quindi alle parole che utilizziamo ci facciamo un enorme favore, cominciando a modificarli e a migliorarli ci facciamo un favore ancora più grande, creando con consapevolezza cose belle, cose che ci piacciono, cose che ci fanno stare bene, situazioni di pace, noi non diventiamo egoisti, anzi.. lavoriamo per il bene di Tutti! Senza addentrarci nel discorso del Campo quantico e rimanendo raso terra, da capire è semplice: se io sto bene lo trasmetto a chi mi sta vicino, la sua condizione migliora e di conseguenza quella di tutti coloro che sono a lui collegati; si dice che il sorriso sia contagioso è vero, lo sono altrettanto la rabbia e le altre emozioni, se io mi arrabbio con qualcuno, quel qualcuno si arrabbia a sua volta e sparge rabbia tutto attorno. 
Siamo onde che vibrano. Qual è la vibrazione che vogliamo trasmettere? Possiamo scegliere. Io scelgo ogni giorno di voler uscire dalla gabbia, non è semplice, ma è possibile. Ogni giorno cerco di scegliere con consapevolezza e di non far scegliere al "personaggio", fosse per il "personaggio" ora non starei scrivendo, non avrei mai preso un aereo, starei stravaccata sul divano a ingozzarmi di schifezze, accusando il mondo di quanto sia brutto e crudele. Invece Sono qui e finalmente sono felice di esserlo e mi auguro che la mia vibrazione di felicità vi possa raggiungere e trasmettere il mio stesso entusiasmo per la Vita. Grazie.
M.K.V. 

mercoledì 20 maggio 2015

Lo Yoga

Lascio ai più esperti le informazioni didattiche e storiche sullo yoga, voglio limitarmi in questo post a raccontare quello che è stato il mio personale avvicinamento alla pratica e cosa ha significato per me.
Sempre più spesso incontro persone che mi dicono: "Sai che vorrei fare yoga", "Sai che mi piacerebbe provare", ecc. Quando chiedo loro "Come mai" la risposta è quasi sempre, "Perché mi affascina", "Perché sono stressato", "Perché sono sempre arrabbiato"...  La mia esperienza è certamente simile a quella di molti altri e secondo me sotto sotto c'è un perché...
Ero all'Università quando una compagna di corso si mise a raccontarci che aveva iniziato a frequentare un corso di yoga, il primo pensiero che mi saltò in mente: "Yoga? Non so cosa sia ma voglio farlo pure io!" Poco dopo trovai un volantino che parlava di un corso di yoga, non ricordo quale, però sul foglio era specificato che durante le lezioni si dovevano usare solo abiti bianchi e che dovevano essere indossati esclusivamente per la pratica, questa cosa mi turbò parecchio e inoltre il costo del corso a quel tempo risultava proibitivo per le mie tasche, non credo fosse lo stesso corso che frequentasse la mia amica, ma lì per lì mi scoraggiai subito e non diedi seguito alla mia ricerca. Non ricordo nemmeno il periodo preciso, ma anche mio padre che era insegnante, un anno scelse come corso d'aggiornamento proprio lo yoga, dentro di me pensavo: "Anch'io voglio fare Yoga!". 
Finché ci fu un momento particolarmente stressante in cui lavoravo molte ore a fila e bevevo cinque caffè al giorno, così nella mia mente si formulò quest'altro pensiero: "Non ho più scuse. Finalmente è giunto il momento di fare yoga!". 
Dunque era chiaro, mi serviva più o meno una scusa buona per iniziare.
Cominciai a fare la mia bella ricerchina, ora c'era internet dalla mia parte. Da bravo topolino di biblioteca vagliai e valutai costi, pro-contro di tutte le scuole che c'erano a Verona e finalmente presi l'appuntamento per la mia prima lezione di prova gratuita. Scelsi lo Yoga Kundalini ignorando la differenza tra una scuola di pensiero e l'altra, in quell'occasione feci l'incontro fondamentale con quella che ancora oggi è la mia insegnante, sono passati otto anni e la lezione del mercoledì è un appuntamento sacro.
Ricordo la meditazione che facemmo durante la lezione, la mia prima meditazione: Siedi diritto a gambe incrociate. Solleva entrambe le mani all'altezza delle spalle. Gomiti in basso. Punta il dito indice ed il medio in alto e usa il pollice per trattenere le altre due dita. Occhi chiusi. Ritmicamente allarga e richiudi indice e medio. Continua per 11 minuti.
Non sapevo cosa stavo facendo ma è sicuro che nonostante la fatica fisica il giorno seguente ero esaltata da tutto ciò, andavo dai miei colleghi a raccontare di questa meditazione e di come mi sentivo un po' pirla a stare seduta in quella posizione ad aprire e a chiudere le dita, ma allo stesso tempo di come mi piacesse e di come mi sentissi bene nel farlo. Non avevo idea di dove mi avrebbe portato lo yoga, una cosa però era certa, tutte le tensioni al collo e alle spalle che avevo accumulato in anni di nullafacenza fisica in poco tempo si erano dileguate, mi sentivo meno stressata e mi bastava quella lezione settimanale per ricaricarmi di energia e benessere fino all'appuntamento seguente. Cominciavo a prendere più confidenza con certe tematiche, sentire raccontare di chakra, energia, nadi, aura mi incuriosiva, la mia parte razionale non discuteva l'idea di possedere dei corpi sottili. Cominciavo a confrontarmi con le mie resistenze mentali, potevo notare come pian piano alcune resistenze crollavano, magari se ne formavano altre, ma cominciavo decisamente a sviluppare volontà e capacità di andare oltre i limiti mentali che mi ponevo abitualmente. 
Benedico il mio incontro con lo Yoga Kundalini, lo yoga mi ha aperto la strada, mi ha preso per mano e mi ha accompagnato aiutandomi a cambiare prospettive, più andavo avanti, nonostante alcuni periodi no in cui la mente combatteva e rifiutava, più capivo che lo yoga era un dono e una strada da continuare a percorrere. Cominciavo a comprendere che lo yoga non era solo l'appuntamento del mercoledì o una posizione tenuta perfettamente fino al tempo necessario: lo yoga è la connessione. Yoga è ogni singolo istante vissuto pienamente nel qui ed ora, yoga è ogni situazione spinosa che ti si presenta e affronti svincolato dall'abitudine e dai soliti punti di vista. C'è una frase di Yogi Bhajan, colui che ha portato alla conoscenza dell'Occidente lo Yoga Kundalini, che a me piace molto: "Questo non è lo yoga che si pratica in solitudine in cima a una montagna e fuori dalla realtà, è stato insegnato per la gente che lavora, che ha una famiglia e che è sottoposta agli stress di ogni giorno". Rende l'idea. Molto pratico. Lo yoga è una tecnologia al nostro servizio che aiuta a portare l'attenzione al nostro Centro e svela l'Illusione. Perciò sempre più persone in questo periodo di forte cambiamento cercano lo yoga "istintivamente", come è successo a me. Tendere verso ciò che c'è di più vero in noi è un'attitudine naturale che prima o poi si rivela in tutti. E se non sarà in questa incarnazione, sarà in un'altra.
Devo ringraziare lo yoga anche per le persone meravigliose che ho conosciuto grazie alla sua pratica, provo a lanciare un appello e chissà... sarebbe bello se qualcun altro avesse voglia di raccontare qui sul blog il suo incontro con lo yoga e cosa ha significato questa esperienza per lui.
Sat Nam!
M.K.V.

lunedì 18 maggio 2015

I primi passi

Credo di aver sempre avuto dentro di me la consapevolezza di ciò che realmente Siamo, ma era qualcosa che tenevo lì buona da parte per il momento più giusto. Durante gli anni mettevo in fila le varie esperienze che me lo confermavano e semplicemente compilavo un mio elenchino personale, Lo tenevo ben nascosto e me ne guardavo bene di parlarne con le persone, o solo a volte con amici fidati. Di questo elenco facevano parte sicuramente: vite passate, reincarnazione, legami animici, connessioni telepatiche, i sogni come canale di comunicazione con la nostra interiorità.. ho stampato nella memoria ogni singolo istante di quegli avvenimenti che andavano a confermare le mie sensazioni, come dicevo però mi limitavo a tenerle lì e a non esplorarle. La mia sensibilità mi portava (e ancora tutt'ora a volte mi porta) a chiudermi al mondo, principalmente per la paura di soffrire, di non essere compresa e essere presa un po' per matta, ma so per certo che la mia nuova condizione mi porta nella direzione contraria, apertura massima. 
Il weekend scorso ho incontrato una persona davvero straordinaria, una di quelle persone la cui connessione al Tutto risulta palpabile già al primo sguardo, o nel suo caso alla prima nota, questa persona cura attraverso il canto e tra le altre cose che fa canalizza attraverso le melodie informazioni che ti riguardano, il suo nome è Igor Olivier Ezendam (se siete curiosi andate a dare un'occhiata al suo sito http://www.feelingsound.com). 
Tra le tante cose Igor mi ha detto: "Lo so che in te ci sono memorie di roghi e torture perché hai "parlato", ma non ti preoccupare, i tempi sono cambiati, esprimi ciò che hai dentro con fiducia." Questa cosa mi ha sicuramente dato ancora più coraggio e perciò sono qui a scrivere anche della mia esperienza..
Fin da bambina sono stata subito attratta dalla spiritualità, ma essendo profondamente anarchica ho sempre mal sopportato le gerarchie, motivo per cui mi sono presto allontanata dalla religiosità così come mi era stata proposta. Non capivo come mai Dio mi venisse sempre raccontato come qualcuno che doveva punire e giudicare, semmai fosse esistito Dio per me doveva essere sicuramente Amore. Come penso tutti (prima o poi) è arrivato il momento in cui ho cominciato a chiedermi: mai io chi sono? che ci faccio qui? che senso ha tutto questo? Da subito per me è diventata una questione di principio "Io dovevo sapere!". La risposta faticava ad arrivare e sono passata attraverso molti stadi tra cui anche un pessimismo cosmico molto spinto, in cui ovviamente mi sentivo molto male, frustrata e arrabbiata. Il pensiero che giunta la morte sarebbe tutto finito, il buio totale e che la vita era solo un caso fortuito mi faceva incazzare terribilmente, ed era circa questo che pensavo nel 2012: l'uomo è un parassita senza speranza, siamo qui solo per distruggere e fare del male, ma... 
Capitò un piccolo incidente in moto, nulla di grave, stampai il mio ginocchio destro sulla portiera di una macchina che ci aveva tagliato la strada, la cosa che mi spaventò molto fu però che, qualche secondo prima dell'incidente, avevo pensato a qualcosa di preciso sul fatto che al posto di una persona che in quel periodo stava male avrei volentieri sostituito la mia vita per la sua. Vedere la macchina che usciva dall'incrocio e ci si parava davanti mi ha fatto pensare "Eccoti accontentata!" Non mi ruppi nulla, solo mi si gonfiò il ginocchio e fui costretta a stare a riposo anche da yoga (che portavo avanti da cinque anni ma questo è un capitolo a parte...). Avevo dentro di me la certezza assoluta che l'incidente lo avevo creato io per darmi una sorta di monito o lezione, in quel periodo le cose sono arrivate tutte assieme, fu per me un momento doloroso sia in famiglia, che nei rapporti personali e quindi a catena anche di salute, mi sentivo davvero sopraffatta, in quel momento in cui non potevo prendermi nemmeno la mia iniezione settimanale di yoga che mi faceva tanto bene, presi una decisione: non volevo un aiuto esterno, volevo essere capace di venirne fuori con le mie forze. Il giorno che presi questa decisione feci una cosa poco usuale, perché ero un'allieva molto indisciplinata e non ero abituata a meditare a casa, scelsi un mantra dal lettore mp3 e cominciai ad ascoltarlo nel silenzio... a parte il fiume di lacrime che scese, mi resi conto che quella per me era la strada, che la meditazione e lo yoga mi avrebbero aiutato a trovare un equilibrio interiore. Da quel momento ogni giorno mi sono dedicata del tempo per meditare e ho cominciato ad approfondire avidamente i testi e le tecniche non solo orientali, ma anche quelle appartenenti alla nostra cultura occidentale. Da allora ho cominciato a mettere in pratica ogni giorno, prima un po' per sfida e un po' per intento scientifico, per vedere se queste tecniche funzionavano, poi è subentrato il senso del dovere e la fase bacchettona, penso che tutti i "meditatori e ricercatori del Sé" passino questa fase, ma infine ho capito: questi momenti che ritagliavo per me, o mettevo in pratica nel quotidiano non erano qualcosa che "dovevo fare e dovevo fare bene senza possibilità d'errore", questi momenti erano semplicemente un enorme atto d'amore nei confronti di me stessa. Amarsi è fondamentale, volersi bene è la base di tutto. La prima grande indicazione dunque è stata: "Nosce te ipsum", (Conosci te stesso) porta la tua attenzione dentro di te e comincia a esplorare! Ed è ciò che sento di consigliare a tutti. 
M.K.V.

domenica 17 maggio 2015

Sincronicità

Sincronicità... curiosavo su internet per trovare un posto dove si potesse organizzare una vacanza yogica a Gran Canaria, quando ho trovato un blog di un gruppo yoga del posto.. un blog.. in questi giorni stavo giusto pensando che era venuto il momento di uscire dal guscio e parlare della mia esperienza, così ho digitato su Google "creare un blog" e guarda un po' nei risultati mi sono imbattuta ne "La bibliotecaria intollerante". "La bibliotecaria intollerante"? ma questa era una pagina che avevo creato nel 2012! Me ne ero scordata. Sorrido. Penso al poco tempo che è passato e agli enormi cambiamenti che sono incorsi nella mia esistenza, all'epoca ero incazzata nera con tutto e con tutti: ce l'avevo con la società, con i miei genitori perché mi avevano messo al mondo, con i colleghi, col sistema, con l'intolleranza alimentare che avevo scoperto di avere da poco e non capivo la vita, non accettavo e non vedevo nulla di buono in ciò che ero e negli altri che mi stavano attorno, eppure di lì a poco sarebbe cambiato tutto, un ribaltamento totale di visione e percezione. Una vocina mi dice: "Però vedi.. non eri tanto lontana da ciò che sai di dover fare ora.." Si è vero, solo che allora volevo sfogare la mia rabbia e dare fiato al mio sarcasmo, volevo affermare la mia personale visione della Vita in quella tonalità. Ancora oggi ho voglia di raccontare e raccontarmi, mi piace scrivere, ma tolgo dal pacchetto qualsiasi pretesa di essere la depositaria della Verità. Per quanto mi riguarda oggi ogni esperienza di Vita è sacra, ogni scelta va rispettata e non giudicata, anzi ringraziata. Con questo blog voglio condividere la mia esperienza e non solo, da poco con tre amici abbiamo creato un'Assocazione che si occupa di yoga, meditazione, terapie olistiche e danza terapia, l'intento è anche quello di condividere materiale utile a chiunque sia curioso e abbia voglia di sperimentare, a chiunque approccia per la prima volta a queste discipline e sta compiendo i primi passi nella Ricerca e nel Ricordo di Se Stesso, a chiunque abbia compreso che ciò che davvero importa si trova dentro di Noi.
M.K.V.