lunedì 18 maggio 2015

I primi passi

Credo di aver sempre avuto dentro di me la consapevolezza di ciò che realmente Siamo, ma era qualcosa che tenevo lì buona da parte per il momento più giusto. Durante gli anni mettevo in fila le varie esperienze che me lo confermavano e semplicemente compilavo un mio elenchino personale, Lo tenevo ben nascosto e me ne guardavo bene di parlarne con le persone, o solo a volte con amici fidati. Di questo elenco facevano parte sicuramente: vite passate, reincarnazione, legami animici, connessioni telepatiche, i sogni come canale di comunicazione con la nostra interiorità.. ho stampato nella memoria ogni singolo istante di quegli avvenimenti che andavano a confermare le mie sensazioni, come dicevo però mi limitavo a tenerle lì e a non esplorarle. La mia sensibilità mi portava (e ancora tutt'ora a volte mi porta) a chiudermi al mondo, principalmente per la paura di soffrire, di non essere compresa e essere presa un po' per matta, ma so per certo che la mia nuova condizione mi porta nella direzione contraria, apertura massima. 
Il weekend scorso ho incontrato una persona davvero straordinaria, una di quelle persone la cui connessione al Tutto risulta palpabile già al primo sguardo, o nel suo caso alla prima nota, questa persona cura attraverso il canto e tra le altre cose che fa canalizza attraverso le melodie informazioni che ti riguardano, il suo nome è Igor Olivier Ezendam (se siete curiosi andate a dare un'occhiata al suo sito http://www.feelingsound.com). 
Tra le tante cose Igor mi ha detto: "Lo so che in te ci sono memorie di roghi e torture perché hai "parlato", ma non ti preoccupare, i tempi sono cambiati, esprimi ciò che hai dentro con fiducia." Questa cosa mi ha sicuramente dato ancora più coraggio e perciò sono qui a scrivere anche della mia esperienza..
Fin da bambina sono stata subito attratta dalla spiritualità, ma essendo profondamente anarchica ho sempre mal sopportato le gerarchie, motivo per cui mi sono presto allontanata dalla religiosità così come mi era stata proposta. Non capivo come mai Dio mi venisse sempre raccontato come qualcuno che doveva punire e giudicare, semmai fosse esistito Dio per me doveva essere sicuramente Amore. Come penso tutti (prima o poi) è arrivato il momento in cui ho cominciato a chiedermi: mai io chi sono? che ci faccio qui? che senso ha tutto questo? Da subito per me è diventata una questione di principio "Io dovevo sapere!". La risposta faticava ad arrivare e sono passata attraverso molti stadi tra cui anche un pessimismo cosmico molto spinto, in cui ovviamente mi sentivo molto male, frustrata e arrabbiata. Il pensiero che giunta la morte sarebbe tutto finito, il buio totale e che la vita era solo un caso fortuito mi faceva incazzare terribilmente, ed era circa questo che pensavo nel 2012: l'uomo è un parassita senza speranza, siamo qui solo per distruggere e fare del male, ma... 
Capitò un piccolo incidente in moto, nulla di grave, stampai il mio ginocchio destro sulla portiera di una macchina che ci aveva tagliato la strada, la cosa che mi spaventò molto fu però che, qualche secondo prima dell'incidente, avevo pensato a qualcosa di preciso sul fatto che al posto di una persona che in quel periodo stava male avrei volentieri sostituito la mia vita per la sua. Vedere la macchina che usciva dall'incrocio e ci si parava davanti mi ha fatto pensare "Eccoti accontentata!" Non mi ruppi nulla, solo mi si gonfiò il ginocchio e fui costretta a stare a riposo anche da yoga (che portavo avanti da cinque anni ma questo è un capitolo a parte...). Avevo dentro di me la certezza assoluta che l'incidente lo avevo creato io per darmi una sorta di monito o lezione, in quel periodo le cose sono arrivate tutte assieme, fu per me un momento doloroso sia in famiglia, che nei rapporti personali e quindi a catena anche di salute, mi sentivo davvero sopraffatta, in quel momento in cui non potevo prendermi nemmeno la mia iniezione settimanale di yoga che mi faceva tanto bene, presi una decisione: non volevo un aiuto esterno, volevo essere capace di venirne fuori con le mie forze. Il giorno che presi questa decisione feci una cosa poco usuale, perché ero un'allieva molto indisciplinata e non ero abituata a meditare a casa, scelsi un mantra dal lettore mp3 e cominciai ad ascoltarlo nel silenzio... a parte il fiume di lacrime che scese, mi resi conto che quella per me era la strada, che la meditazione e lo yoga mi avrebbero aiutato a trovare un equilibrio interiore. Da quel momento ogni giorno mi sono dedicata del tempo per meditare e ho cominciato ad approfondire avidamente i testi e le tecniche non solo orientali, ma anche quelle appartenenti alla nostra cultura occidentale. Da allora ho cominciato a mettere in pratica ogni giorno, prima un po' per sfida e un po' per intento scientifico, per vedere se queste tecniche funzionavano, poi è subentrato il senso del dovere e la fase bacchettona, penso che tutti i "meditatori e ricercatori del Sé" passino questa fase, ma infine ho capito: questi momenti che ritagliavo per me, o mettevo in pratica nel quotidiano non erano qualcosa che "dovevo fare e dovevo fare bene senza possibilità d'errore", questi momenti erano semplicemente un enorme atto d'amore nei confronti di me stessa. Amarsi è fondamentale, volersi bene è la base di tutto. La prima grande indicazione dunque è stata: "Nosce te ipsum", (Conosci te stesso) porta la tua attenzione dentro di te e comincia a esplorare! Ed è ciò che sento di consigliare a tutti. 
M.K.V.

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