Praticare con fermezza una sana ecologia del pensiero è fondamentale. Ho trovato grossomodo due definizioni sul dizionario per il termine Ecologia: scienza che studia i rapporti tra gli esseri viventi e l'ambiente; difesa della natura, sensibilità per i problemi dell'ambiente. Vediamo come rapportarla al pensiero: io osservo me stesso e il rapporto che ho con l'ambiente circostante, se io agisco nell'ambiente significa che sono a conoscenza del mio ruolo effettivo come essere umano sul pianeta, se io reagisco all'ambiente invece probabilmente anche se sono a conoscenza del mio ruolo ho ancora un bel po' da lavorare su determinati aspetti della mia persona. Agisco o reagisco a ciò che ho attorno? E se ho la sensibilità necessaria per comprendere quanto sia importante tutto questo affinché un cambiamento del pensiero collettivo globale avvenga, ho anche generalmente compreso che tutto questo parte da me per primo. Non possiamo attendere una soluzione dall'esterno, dai politici, dalle istituzioni, dalle scuole, dalla società, ecc. se ci limitiamo a rimanere immobili con lo sguardo vacuo in attesa del nulla, il nulla accadrà. La prima regola è rimboccarsi le maniche perché tutto parte da noi. Se vogliamo cominciare ad applicare una sana ecologia del pensiero possiamo per esempio cominciare a fare una Differenziata dei vari pensieri-spazzatura che crediamo esser nostri ma non sono e gettarli negli appositi bidoni dell'immondizia cosmici dove avverrà la trasmutazione, tutti quei bei pensieri strutturati dalla società su cosa dovremmo essere, cosa dovremmo comprare, cosa dovremmo votare, come dovremmo comportarci secondo la morale, come dovremmo sentirci, in quale chiesa dovremmo adorare Dio, tutte queste finte impalcature buttiamole non servono a un granché. Questo è il lavoro più grosso, man mano che andremo avanti il gioco si farà sempre più sottile e troveremo di fronte a noi paure e pensieri inconsci a volte più o meno nascosti, non temiamoli osservarli sarà sufficiente per creare una bella crepa nel loro giochino e portarli sempre più a galla, sempre più alla nostra coscienza e via, un bel po' di immondizia sarà gettata e non avremmo creato altro inquinamento, ma anzi avremmo sparso attorno a noi vibrazioni più alte, vibrazioni di cambiamento che saranno andate a modificare inevitabilmente ciò che abbiamo attorno. Ciò che è importante considerare in tutto questo lavoro che pare a volte impossibile da compiere (ma questo è solo un altro pensiero da gettare) è che siamo come antenne, antenne che ricevono e mandano segnali, in pratica e in definitiva possiamo affermare che davvero nessun pensiero è veramente e totalmente nostro, anche il più intimo, quando ne raggiungiamo la consapevolezza sarà anche più semplice per noi bloccare al di fuori del nostro spazio sacro tutta l'immondizia che giunge, possiamo scegliere sempre chi, cosa far entrare o meno perché è nostro diritto e nostra responsabilità personale mantenere pulito e intatto il nostro spazio. Più manteniamo pulito il nostro spazio, più saremo in grado di dare una vera mano a noi stessi, più saremo in grado di dare un vero contributo anche agli altri. Ci sono dei momenti in cui avviene con semplicità, di solito sono i periodi di espansione, altri in cui abbiamo la necessità di essere più determinati perché nei periodi di contrazione Maya ha più influenza su di noi. Io in questo periodo in cui a volte mi sento un poco più fragile del solito ho deciso di fare come Gandalf, un bel: "Tu non puoi passaaareeee!" ha sempre il suo effetto. Perché farci una risata sopra aiuta più della troppa serietà.
M.K.V.
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