giovedì 31 dicembre 2015

L'ipnosi collettiva

E' da un po' che non scrivo qui nel blog. In realtà ho continuato a sfornare frasi per altri canali e a impiegare questo mio dono creativo per altre strade, ma, per rincorrere (letteralmente) altre situazioni, cercando di mantenere i delicati equilibri nell'organizzazione degli eventi, ho smesso per un po' di prendermi il mio tempo, sedermi con una tazza di thé davanti al pc accompagnata dal flusso benefico della scrittura. 
No problema. Nulla è perduto, ogni istante è possibile schiacciare restart. 
Fine anno, si dice tempo di bilanci. Sono molto grata per tutto ciò che ho creato nel 2015, anche e nonostante le difficoltà che ci sono state e che tutt'ora sembrano permanere in certi ambiti. Non cambierei nulla, tutto è stato utile così al fine della crescita interiore e personale. Ma il bilancio dell'anno appena trascorso non è l'argomento principale di questo post. 
C'è una cosa che in questi ultimi giorni è venuta a galla con prepotenza, perché spesso è così che ci mettiamo in comunicazione con l'Universo, e più distogliamo lo sguardo dal nostro focus più sono forti gli schiaffoni metaforici che arrivano. 
Questa cosa è: l'ipnosi collettiva alla quale siamo sottoposti ogni istante in questa dimensione. 
Ne abbiamo parlato tante volte, per le antiche tradizioni di ogni angolo del globo era chiarissimo: questa Realtà è Maya, sogno, allucinazione, e noi lo possiamo sperimentare, a volte non siamo proprio in grado di trovare le differenze tra realtà immaginata, realtà vissuta, sogno, ecc. 
Poche settimane fa, durante un viaggio sciamanico, ho avuto la fortuna di sperimentare personalmente a livello energetico come funziona l'ipnosi nei mondi dell'Al di là, e qui da noi in questa dimensione non è molto diverso, anzi. L'unica differenza è che qui in questo tipo di energia ci siamo immersi dalla nascita terrestre, per cui per noi è perfettamente normale e tutto attorno a noi è costruito per farcela apparire come una normalità, quando invece si viaggia in altre dimensioni è permesso sentire sul nostro campo energetico la differenza, la diversa qualità di energia che si percepisce permette con maggiore semplicità di avvertire l'ipnosi e questo forte senso di addormentamento. 
Ma rimaniamo di più con i piedi per terra. Tutti noi anche in questa dimensione possiamo sperimentare ogni giorno che cos'è l'ipnosi. Nel nostro mondo, soprattutto quello occidentale, siamo spinti sempre più alla velocità e sempre con più foga veniamo invitati a pestare sull'acceleratore in tutti gli ambiti della vita. Tutto questo correre per arrivare chissà dove, inseguendo un falso mito di progresso, false speranze di ottenere cose, sicurezze, potere, tutto questo senso di colpa che ci sovrasta perché non abbiamo fatto abbastanza, perché potevamo fare di più, perché qualcuno ci è arrivato prima e meglio, perché, perché, perché.. (la mente trova sempre una scusa buona). Tutto questo dove ci porta? Tutto questo cos'è se non una gigantesca DISTRAZIONE, un'ipnosi collettiva di massa! Quest'anno sono stata più che sorpresa e felice di poterne parlare anche con i miei parenti a Natale e questo significa che proprio tanti in questo momento si stanno facendo un po' i conti con la situazione attuale.
Io stessa in questi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane ho sperimentato come tutto questo agisce negativamente su di me, come tutto questo mi spinge fuori dal mio Sacro Centro, anche se il motivo per cui "corro e rincorro" è quello "nobile" di voler diffondere Amore e Consapevolezza attraverso le attività dell'associazione. La burocrazia dell'amministrazione pubblica, le leggi umane del mondo della Comunicazione, l'ambito lavorativo, lo stile di vita con cui dobbiamo ogni giorno convivere, ti risucchiano nel vortice. L'unica medicina a tutto questo è: 
"Keep Calm and have faith in God". 
Alla fine anche essere risucchiati per brevi periodi in Maya ha la sua utilità, le esperienze fortificano e fanno comprendere che non siamo mai soli o separati dal resto, che tutto è Uno, che Dio è in noi e noi siamo in Dio. Non è un problema se perdiamo la centratura e continuiamo a cadere, come da bambini quando ci ritrovavamo per terra e non capivamo come avevamo fatto a sbattere il naso.. è sufficiente alzarsi in piedi e continuare a giocare, anche se ci sono i lacrimoni e la goccia che cola dal naso.
Auguro a tutti buon gioco e splendide giornate di consapevolezza. 
Namasté, Sat Nam, In Lak'ech
M.K. Valentina

       

mercoledì 11 novembre 2015

Lo Spirito dell'Acqua

Racconta ai tuoi fratelli la mia storia ...

Sono nata dall'amore divino che tutto crea e tutto può, come goccia ho iniziato il mio percorso e con i miei fratelli ho iniziato a viaggiare, scorro e mi adatto, a seconda del bisogno mi trasformo, la mia fluidità è dono divino, sempre vado e mai ritorno, il mio futuro è il mare, ma non temo di fondermi con esso, una volta nel mare diventerò oceano e ancora una volta non avrò paura di perdere la mia Identità. Ancora diverse volte mi trasformerò, tornerò goccia e ricomincerà il mio ciclo. Questo non mi spaventa è un gioco meraviglioso che mi permette di essere parte di questo immenso disegno di Amore Universale. Non guardo al passato, ma porto memoria e in me contengo le informazioni che vibrano nel Creato, io sono in Voi e se Voi di me avete cura io posso essere di grande aiuto: parlate con semplicità alle vostre acque interiori, informatele di gioia, di salute, d'amore, abbondanza e prosperità. Amate Voi stessi amate il vostro corpo, donatevi pensieri di gentilezza e perdono. 

Io sono lo Spirito dell'Acqua, i miei doni sono per Voi: fluite nel gioco, scorrete, non abbiate paura, siate curiosi, siate avventurosi, siate coraggiosi e cominciate ad affidarvi alla corrente del Fiume, tutto arriverà, siate aperti e ricettivi non trasformatevi in palude, non imputridite le vostre acque. Tutto ciò che accade, accade per una ragione, nulla è dato per perduto, per tutti c'è la possibilità. 
Vi benedico con Amore
Lo Spirito dell'Acqua

Col cuore Ringrazio il Tutto che ci ama immensamente, Madre Terra e tutti gli Elementi, il Tutto scorre ovunque è Lui che vivifica ogni cosa nel Creato. Una preghiera di amore fraterno per tutto ciò che è Vita.

M.K.V. 

lunedì 9 novembre 2015

Ladri di energia

Due principi fondamentali mi sono stati affidati dalle mie Guide appena sono stata in grado di comprendere dove mi stava portando questo percorso: lavora socialmente per diffondere il messaggio senza creare ulteriore illusione, senza creare nelle persone dipendenza. Questi due principi per me sono sacri e ogni qual volta mi imbatto in persone che non ne tengono fede qualcosa in me si ribella, ho imparato però a scindere tra il gioco al Buio della personalità e la Luce che appartiene all'anima di queste persone, Luce che ha lo stesso valore della mia, come di quella di chiunque altro.
Perché è importante mantenere saldi questi due principi per chi cerca di diffondere il messaggio del Risveglio? Perché alimentando false convinzioni nelle persone, si spingono a credere che si stanno liberando dall'Illusione, quando invece ne sono solo più intrappolati e dipendenti da qualcosa o qualcuno, da una ritualità, un finto Guru, o Maestro, o persona che si spaccia per. 
Il percorso spirituale non neghiamolo su alcune menti crea molto fascino, poiché può conferire un alone di mistero ed esoticità, che può portare a sentirti differente rispetto al pensiero di massa, ma amo ricordare il detto zen: "Prima del risveglio tagliavo legna e portavo acqua, dopo il risveglio tagliavo legna e portavo acqua." Occorre sempre ricordare che comprendere la vera natura umana non è utile per sentirsi migliori e diversi, ma è utile per comprendere che siamo qui per collaborare e cooperare per creare una realtà migliore per ognuno, una realtà di amore e pace, dove ognuno ha la stessa valenza degli altri, dove ognuno è cosciente e responsabile della propria capacità co-creativa. Il Tutto ci pervade in ogni atomo che ci compone e ci lega a tutti gli atomi dell'Esistente.
Come succede che ogni tanto qualcuno ci casca e finisce che invece di far brillare la sua Luce interiore da sostanza al suo Buio e più o meno consapevolmente diventa un Ladro di energia?
I casi possono essere vari, ma desidero prenderne in rassegna tre molto comuni. 
Quando si lavora con l'energia in ogni forma e declinazione è importante osservarsi e non temere o fuggire dalle nostre parti discordanti, dalle nostre paure, non volerle vedere o negarle andrà solo a rafforzarle. Combatterle o odiarle porterà al medesimo risultato. Chi sostiene di fare un lavoro spirituale su di se e non accoglie con amore e pazienza il suo Buio, finirà per farselo sbattere in faccia ogni volta che se ne creerà l'occasione, più si fugge da se stessi più non si sta lavorando sul serio su di sé. Molte persone credono di stare lavorando, ma in realtà non lo fanno e spesso influiscono o interferiscono sugli altri attivando energie legate alla bassa sfera emozionale. C'è poi il caso di chi inconsapevole del proprio magnetismo comincia a voler esercitare influenza sulle altre persone e pretende che si faccia a modo suo, vuole guidare l'opinione o l'azione di qualcuno convinto di essere lui a dirigere il gioco, ignaro del fatto che non siamo mai noi "piccole personalità a farlo" ma è sempre l'Universo, Dio, il Tutto che opera per noi, prima o poi per queste creature il palco crolla e se crolla è sempre per donare un messaggio, che verrà più o meno compreso in base alla sincerità con cui sapranno cogliere l'insegnamento. I più pericolosi sono certamente quelli consapevoli del proprio potere personale, che possono arrivare a guidare e veicolare intere masse attraverso di esso. Cosa c'è dietro a tutto questo se non un saccheggio più o meno consapevole dell'energia altrui? 
E' la storia della nostra umanità, siamo ridotti ancora a questo stadio perché c'è un piano ben preciso di appropriazione indebita della nostra energia, ma non mi interessa puntare il dito fuori, la nostra società è specchio di ciò che abbiamo dentro di noi, e se la nostra società ci ruba continuamente energia facendoci sentire schiacciati e in trappola è perché noi stessi per primi continuiamo a farlo più o meno consapevolmente nella vita quotidiana con le altre creature. I ricattini più o meno consapevoli che mettiamo in atto con i nostri amici, i nostri parenti, i nostri compagni, altro non sono che un appropriamento indebito di energia; quando vogliamo fare per gli altri, quando vogliamo fare le vittime, quando ci lamentiamo in continuazione, quando siamo nel bisogno, quando in poche parole non ci bastiamo o non abbiamo un rapporto sano con noi stessi, rubiamo energia. E' un gioco sottile di equilibri, impariamo a non interferire con il libero arbitrio degli altri, impariamo a rispettare la volontà altrui, impariamo a osservare e comprendere quando stiamo dando alimento alla nostra personalità invece che alla nostra Anima. Quindi non stupiamoci se anche nel "mondo spirituale" è comune incontrare questi Ladri di energia, in fin dei conti è come se a livello sottile avessimo a disposizione due apparati digerenti differenti: uno è quello della personalità, l'altro è quello dell'Anima. Se con il lavoro energetico diamo alimento all'apparato della personalità non faremo altro che ingrassarla come un tacchino, un tacchino ingombrante e chiassoso, per chi è osservatore sarà difficile non notarlo, ma molti purtroppo vengono presi all'amo perché il magnetismo che queste creature emettono è così forte che ne vengono affascinate. Anche la nostra concessione di energia a qualcosa o a qualcuno è più o meno consapevole. 
Quando vogliono rubarci energia?
Quando vogliono legarti ad un tipo di lavoro energetico sostenendo che sia l'unico valido e il migliore;
quando ti vogliono legare ad un'etichetta;
quando si offrono come tramite tra te e Dio;
quando spargono timori e inquietudini, paura di fantomatiche punizioni divine se non fai questo, quello o quell'altro;
quando non rispettano il tuo libero arbitrio e tentano di fare al posto tuo o plagiarti.
In pratica ogni volta che il messaggio contiene elementi di separazione e paura che ti portano ad allontanarti dalla ricerca interiore e che invece ti spingono a guardare fuori. 
Cominciamo ad applicare il nostro discernimento, che non significa giudizio, ma osservazione consapevole e distaccata, e cominciamo a evitare di berci qualsiasi cosa ci viene detta e propinata con facili slogan che puntano solo a stimolare determinate parti della nostra personalità per evitare di farci rubare indebitamente l'energia. Se cominciamo ad essere più percettivi rispetto alle nostre sensazioni e al nostro corpo fisico ed energetico, non serve molto per capire e allontanarsi da queste creature, sempre benedicendole e non giudicandole, poiché ognuno ha il suo piano di Coscienza. E' più facile accorgersi quando il contatto con le persone è nella dimensione "reale", più difficile forse intuire quando c'è il filtro del virtuale, di internet, dei social e compagnia bella, ma non è impossibile. Quando si è allenati a sentire si riesce a percepire il "peso" delle parole, se si ripetono sempre le stesse frasi, seppur belle, alla lunga cominciano a diventare vuote e prive di significato, è come quando un nostro compagno continua a ripetere che ci ama, ma poi manca la sostanza di quell'amore. Succede lo stesso quando dall'altra parte dello schermo continuano a propinarci frasi fatte e preconfezionate, quando le leggi la prima volta è ok, ma alla milionesima un campanello suona, dove sta la sostanza? Alleniamoci ad ascoltare il nostro intuito, non mente mai, se sentiamo disagio, se ci sentiamo vuoti o spossati dopo aver frequentato certe creature e certi ambienti, se il pensiero comincia a fissarsi su di loro, se ci dicono che abbiamo bisogno di qualcosa o di qualcos'altro per comunicare con Dio o per fare un certo percorso, allontaniamoci da queste situazioni, non tentiamo di fare i crocerossini proponendoci l'Io ti salverò, poiché ognuno si salva da solo, noi possiamo solo integrare l'insegnamento che ci ha donato questo incontro, benedirlo senza giudicarlo e affidarlo all'Universo, Lui sa.
Sat Nam
M.K.V.

venerdì 30 ottobre 2015

Metafore

Siamo come pappagallini ammaestrati che vivono dentro una gabbia, lo sportellino di solito è spalancato e nella stanza c'è anche la finestra aperta. 
A volte c'è bisogno che qualcuno ci dica "ehi sei libero, se vuoi puoi volare!", altre ci viene da mettere fuori il becco spontaneamente, altre ancora rimaniamo chiusi nel suo perimetro e crediamo che il mondo sia tutto lì. 
Cosa rende la gabbia così affascinante? Il fatto che qualcuno l'abbia allestita per noi di ogni comfort? La pappa pronta già masticata da qualcuno senza che facciamo fatica noi a muovere di più le mandibole? Ci affezioniamo ai nostri padroni: le abitudini, i dolori, i condizionamenti. 
Assaporare la libertà vera non ha prezzo, mantenerla stabile è ancora difficile ogni tanto si fa ritorno alla gabbietta, ma non importa. Abbiamo finalmente guardato altrove. Oltre. Possiamo ancora avventurarci fuori ..finché arriverà il giorno in cui prenderemo il volo davvero, leggeri e liberi dai pesi e sono sicura che tutti questi pappagallini che hanno spiccato il volo poi non potranno fare a meno di tornare a fare visita agli altri pappagallini, perché siamo tutti fratelli e non possiamo evitare di dire agli altri "ehi sei libero, se vuoi puoi volare!"
M.K.V.

venerdì 16 ottobre 2015

La paura della morte

Cos'è che ci impedisce davvero di cambiare? La paura, il dolore, l'esperienza del passato, i dubbi, tutti gli attaccamenti alle nostre abitudini e ai nostri schemi, e alla fin fine se scaviamo ancor più in profondità in queste motivazioni che per noi tutti possono essere particolari e diverse, scopriamo che nascono da una radice comune: la paura della morte, la paura della non esistenza fisica. La morte per noi terrestri è il cambiamento dei cambiamenti, è il cambiamento che nessuno può evitare, un passaggio obbligatorio. Ci spaventa così tanto perché ignoriamo completamente cosa ci possa accadere in questo passaggio, ma è solo conoscenza che si è perduta nel tempo, la morte intesa come ci hanno sempre insegnato non esiste. La morte non è fine, è trasformazione, è un cambio di vesti, di vibrazione e dimensione, è energia che trasforma la sua scorza, un passaggio di stato da solido a liquido, o da liquido a vapore, ma la sostanza di ciò che è sempre stato rimane.
Il nostro non accettare l'impermanenza della vita come esperienza e transito ci spaventa. C'è da dire che la nostra società occidentale soprattutto, fa in modo di non farci avere un rapporto sereno con questo rito di passaggio, il risultato finale è che non vogliamo vedere, non vogliamo informarci, non vogliamo affrontare l'argomento. C'è un documentario molto interessante di Franco Battiato che ne parla: Attraversando il Bardo, se vi può interessare la tematica dategli un'occhiata. La paura della morte e di abbandonare il corpo fisico è così forte e profonda che sicuramente permane anche quando ci dedichiamo con impegno a togliere il velo di Maya. Con molta sincerità posso affermare che l'ho sperimentato su me stessa settimana scorsa attraverso un viaggio sciamanico. Ultimamente mi sto dedicando a imparare (ricordare) alcune tecniche sciamaniche attraverso l'aiuto del Core Shamanism che mi sta trasmettendo una bravissima ragazza. Al primo incontro al terzo e ultimo viaggio della serata ci ha chiesto di domandare al nostro animale di potere di fare per noi una cerimonia dello smembramento. Cos'è? Durante questa cerimonia l'animale guida ti fa proprio a pezzettini ti de-struttura e ri-struttura per andare a lavorare sull'ego. Durante la mia cerimonia ho sentito molto forte questo mio personale attaccamento al corpo fisico.
Ecco il viaggio: all'inizio ho sentito che l'animale guida mi tagliava il braccio e poi un pezzo della testa, poi mi sono sentita agganciare al plesso solare e mi sono ritrovata sospesa a mezz'aria, lì il corpo ha iniziato a sgretolarsi e il messaggio che arrivava era questo "Siete il Tutto e il Niente, il Niente e il Tutto. L'attaccamento al corpo è un sentimento umano, ma la realtà è che siete eterni e infiniti". Quindi ho cominciato a sperimentare di essere tutti gli elementi "Tu sei vento, Tu sei fuoco, Tu sei acqua di ruscello, Tu sei terra, Tu sei etere. Nella dimensione terrena Tu sei una miscela sapiente di questi elementi." Non sentivo dolore ma una lieve ansia, come una fretta di finire e ritornare intera, infatti ho chiesto "Posso tornare ricomposta?" prima di farmi tornare nelle mie vesti fisiche mi hanno fatto un dono. L'esperienza è stata così forte che finché il suono del tamburo andava ancora costante mi sono vista addormentata e vegliata dal mio animale guida che mi cullava e diceva "Riposa Figlia, riposa". Un'esperienza molto forte e pregna di significato.
Ieri con degli amici su una chat ho ricevuto un altro input, un'amica ha posto proprio la domanda "Cosa impedisce il nostro cambiamento?" e un amico ha risposto la paura della morte, facendo scattare in me la necessità di scrivere qualche riflessione su questo argomento.
Se mi domando come mai nonostante la mia fiducia in ciò che sto portando avanti e le esperienze che vivo quotidianamente ancora esiste in me questo scoglio, posso rispondere che probabilmente sono ancora ad uno stadio mentale di questa comprensione. Molti lo siamo, parliamo della morte in termini diversi ma in realtà la comprensione ancora non si è spinta oltre a una certa profondità. Mi viene da scrivere che probabilmente diventeremo davvero Umani solo quando supereremo in pieno la paura della morte, perché in quell'istante la fiducia in "ciò che siamo e ciò che è" sarà accordata totalmente e non avremo più dubbi sulla nostra natura e quella di ogni cosa esistente nell'Universo.
Sat Nam
M.K.V.

mercoledì 30 settembre 2015

Merito

Il concetto di "avere" e "possedere" non esiste è una pura illusione, non otteniamo o perdiamo davvero nulla lungo la nostra strada, poiché nulla è veramente nostro. Nasciamo nudi e moriamo nudi, se qualcuno ci veste quando moriamo è solo per scrupolo morale. Una volta chiaro che questi concetti sono svuotati dell'umana concezione dell'attaccamento vado a scrivere due parole sul "merito" perché per parlarne è necessario utilizzare anche termini come avere, ottenere, possedere.. 
Tutti meritano tutto, il massimo bene possibile, la realizzazione dei loro desideri, la ricchezza e l'abbondanza, ma ciò che in definitiva abbiamo attorno a noi è informato e generato dal nostro pensiero e se dunque ci sembra di avere poco a disposizione rispetto a ciò che crediamo ci serva in questo istante, è perché il nostro livello interiore di autostima e merito è basso. 
In tanti pensiamo sempre di non valere, di non meritare, di non essere abbastanza, di non avere abbastanza ma, punto primo non lo ammettiamo a noi stessi o se ce ne accorgiamo fatichiamo a rompere lo schema di pensiero; punto secondo vediamo troppo spesso solo ciò che non abbiamo e non portiamo quasi mai l'attenzione a ciò che abbiamo, quindi spesso non siamo affatto grati per ciò che abbiamo. La gratitudine è un punto cardine, impariamo a dire GRAZIE sempre, il grazie ha un'energia palpabile, il grazie è amore, è dare valore alle cose, è portare un'attenzione diversa a ciò che accade, cambia la frequenza e ci fa comprendere che niente è scontato nella vita. 
Punto terzo pensiamo ancora che fuori possa esserci qualcuno che ci ostacola o ci impedisce, anche se fuori non c'è nulla, fuori c'è solo l'immagine speculare e fedele di ciò che abbiamo dentro. 
Questi sono punti chiave su cui lavorare interiormente, meritiamo di più? 
Più serenità, più pace, più amore, più soldi, più stima, un lavoro migliore, un posto migliore dove stare, persone migliori attorno? Facciamoci un regalo. Cambiamo schema, il vecchio è chiaro che non funziona. Sorprendiamoci e mettiamo a tacere la voce che dice sono solo belle parole poi nei fatti è impossibile.. Join the Rebellion l'unica rivoluzione che merita davvero di essere fatta è quella interiore!
M.K.V.

lunedì 28 settembre 2015

Ecologia del pensiero

Praticare con fermezza una sana ecologia del pensiero è fondamentale. Ho trovato grossomodo due definizioni sul dizionario per il termine Ecologia: scienza che studia i rapporti tra gli esseri viventi e l'ambiente; difesa della natura, sensibilità per i problemi dell'ambiente. Vediamo come rapportarla al pensiero: io osservo me stesso e il rapporto che ho con l'ambiente circostante, se io agisco nell'ambiente significa che sono a conoscenza del mio ruolo effettivo come essere umano sul pianeta, se io reagisco all'ambiente invece probabilmente anche se sono a conoscenza del mio ruolo ho ancora un bel po' da lavorare su determinati aspetti della mia persona. Agisco o reagisco a ciò che ho attorno? E se ho la sensibilità necessaria per comprendere quanto sia importante tutto questo affinché un cambiamento del pensiero collettivo globale avvenga, ho anche generalmente compreso che tutto questo parte da me per primo. Non possiamo attendere una soluzione dall'esterno, dai politici, dalle istituzioni, dalle scuole, dalla società, ecc. se ci limitiamo a rimanere immobili con lo sguardo vacuo in attesa del nulla, il nulla accadrà. La prima regola è rimboccarsi le maniche perché tutto parte da noi. Se vogliamo cominciare ad applicare una sana ecologia del pensiero possiamo per esempio cominciare a fare una Differenziata dei vari pensieri-spazzatura che crediamo esser nostri ma non sono e gettarli negli appositi bidoni dell'immondizia cosmici dove avverrà la trasmutazione, tutti quei bei pensieri strutturati dalla società su cosa dovremmo essere, cosa dovremmo comprare, cosa dovremmo votare, come dovremmo comportarci secondo la morale, come dovremmo sentirci, in quale chiesa dovremmo adorare Dio, tutte queste finte impalcature buttiamole non servono a un granché. Questo è il lavoro più grosso, man mano che andremo avanti il gioco si farà sempre più sottile e troveremo di fronte a noi paure e pensieri inconsci a volte più o meno nascosti, non temiamoli osservarli sarà sufficiente per creare una bella crepa nel loro giochino e portarli sempre più a galla, sempre più alla nostra coscienza e via, un bel po' di immondizia sarà gettata e non avremmo creato altro inquinamento, ma anzi avremmo sparso attorno a noi vibrazioni più alte, vibrazioni di cambiamento che saranno andate a modificare inevitabilmente ciò che abbiamo attorno. Ciò che è importante considerare in tutto questo lavoro che pare a volte impossibile da compiere (ma questo è solo un altro pensiero da gettare) è che siamo come antenne, antenne che ricevono e mandano segnali, in pratica e in definitiva possiamo affermare che davvero nessun pensiero è veramente e totalmente nostro, anche il più intimo, quando ne raggiungiamo la consapevolezza sarà anche più semplice per noi bloccare al di fuori del nostro spazio sacro tutta l'immondizia che giunge, possiamo scegliere sempre chi, cosa far entrare o meno perché è nostro diritto e nostra responsabilità personale mantenere pulito e intatto il nostro spazio. Più manteniamo pulito il nostro spazio, più saremo in grado di dare una vera mano a noi stessi, più saremo in grado di dare un vero contributo anche agli altri. Ci sono dei momenti in cui avviene con semplicità, di solito sono i periodi di espansione, altri in cui abbiamo la necessità di essere più determinati perché nei periodi di contrazione Maya ha più influenza su di noi. Io in questo periodo in cui a volte mi sento un poco più fragile del solito ho deciso di fare come Gandalf, un bel: "Tu non puoi passaaareeee!" ha sempre il suo effetto. Perché farci una risata sopra aiuta più della troppa serietà.
M.K.V.

lunedì 21 settembre 2015

Sincerità

Lo yoga ti mette alla prova, costantemente e continuamente. Alla base di tutto questo lavoro c'è la sincerità, la sincerità verso noi stessi. La prova del 9.
Lo impari all'inizio durante le ore di lezione quando ti metti a barare sul conteggio delle 54 "Rane" da fare durante il Kriya, se fingi di aver raggiunto il numero previsto per l'esercizio molto prima di arrivare a 54 "perché fa male, perché non ci riesco ...", è te stesso che stai fregando non l'insegnante. 
Lo stesso avviene quando comprendi che lo yoga non si limita solo a quell'ora e mezza a settimana che puoi dedicargli in un ambiente adatto e protetto, ma quando lo porti nella tua vita quotidiana. 
Il lavoro su noi stessi richiede impegno, costanza, energia, volontà, richiede pazienza, tolleranza, grande amore verso noi stessi, ma alla base di tutto anche qui c'è la sincerità. Come nel lavoro fisico anche lo yoga applicato all'esperienza quotidiana conduce ad essere costantemente a confronto con i propri limiti, i propri dolori e le proprie debolezze, e il confronto sincero con noi stessi non è sempre da tutti ben gradito. 
Per alcuni può essere talmente avvilente e frustrante da arrivare a pensare di non potercela fare, per altri così toccati dal dolore in passato può subentrare il rifiuto, altri ancora sono così abituati a recitare la parte del "io sono bravo e buono è sempre colpa degli altri" che sarà dura per loro scendere dal proprio piedistallo. La casistica dell'autoinganno è infinita e l'unica medicina che funziona si chiama "auto-osservazione sincera e distaccata". Nulla è fisso e immobile, tutto fluisce e può trasformarsi. Possiamo cambiare il nostro schema di gioco in qualsiasi momento, possiamo farlo attraverso la nostra volontà con i nostri tempi e i nostri modi o possiamo anche attendere inerti che il martello della sofferenza ci scolpisca per aiutarci a "comprendere", comunque vada prima o poi la lezione verrà appresa e la strada si ricongiungerà a quella principale. 
Ciò che importa è: 
possiamo scegliere;
nessuno è esente dal possedere parti buie, tutti le abbiamo: osserviamole, perdoniamole e amiamole come fossero piccoli bambini capricciosi su cui fare un lavoro di recupero, non volerle osservare o rifiutarle finirà solo con l'ingigantirle e ci porterà solo a rivivere esperienze che ci vorranno mettere a confronto con esse, lo stesso avverrà se gli concederemo troppa attenzione combattendole;
ognuno trova il proprio equilibrio in questo lavoro, non esistono formule prescritte, predisporci all'ascolto di noi stessi, del nostro corpo, dei nostri pensieri può aiutarci a trovare questo equilibrio per lavorare in maniera più serena senza strappi esagerati o senza cadere nello sconforto se non vediamo giungere subito un risultato;
un nostro limite o un nostro difetto solitamente possono nascondere un nostro grande dono, perseverare nel lavoro su noi stessi ripaga perché ci aiuta a migliorare la nostra vita.
La sincerità verso noi stessi è tutto sulla strada che porta verso la comprensione di noi stessi, perché non è mai agli altri che mentiamo veramente e non è mai agli altri che nascondiamo i nostri segreti.
M.K.V.




martedì 15 settembre 2015

Be grat, feel great, act great

Da qualsiasi punto Tu stia partendo e in qualsiasi condizione obiettivamente Tu sia, se sei in connessione con la tua anima potrai fare grandi cose anche partendo da zero. 
Potranno esserci delle salite, potrai anche trovare degli ostacoli, Tu non perdere la fiducia in te stesso procedi sicuro, non farti fermare dal dubbio e dalla paura. Tutto quello che sarà davvero utile alla costruzione del tuo obiettivo si presenterà sul tuo Cammino se sarai così coraggioso da andargli incontro.
Man mano che procederai il percorso diventerà più fluido, ogni tanto ancora qualche prova da superare si presenterà a Te, mantenendo saldo il tuo obiettivo arriverà il gran finale. 
A volte andrà tutto liscio, a volte ancora salterà fuori l'imprevisto, ma comunque vada ogni cosa ha il suo motivo di esistere e anche nell'imperfezione sarà stato tutto perfetto esattamente così come è stato. 
Alla fine anche le cose che ti saresti volentieri evitato ti avranno portato lì dove tu sei ora e la fatica ti avrà fatto gustare di più la vittoria ottenuta. 
Ognuno è lo scrittore della propria avventura, ricordalo sempre, non aspettarti nulla da fuori, prendi il coraggio di accorgerti che l'unico che possiede la responsabilità della propria vita sei Tu. 
M.K.V.

domenica 6 settembre 2015

Un Altro Mondo film documentario di Thomas Torelli. La proiezione del 5 settembre a San Bonifacio e l'incontro con il regista

La sala è piena al di sopra delle già buone aspettative di Barbara Marchi l'organizzatrice dell'evento "Pensavamo potessimo arrivare a 200 invece siamo in 500, grazie". 
E' fantastico per me vedere la sala gremita, così tante persone che possano interessarsi agli argomenti che propone il film, concordo con Thomas Torelli quando dice: "5, 10 anni fa sarebbe stato impossibile vedere qui tutta questa gente e probabilmente 15 anni fa saremmo stati in due spettatori, io e la neuro", Thomas ha una bella ironia e mi piace, sento risuonare in me le cose di cui parla, non solo nel film ma anche rispondendo alle domande del pubblico. 
"Un Altro Mondo" lo presenta così: questo film parla di "filosofia, scienza, popoli ancestrali, tutto questo tenuto insieme dall'Amore, perché sarà l'unico film d'amore in cui non ci saranno baci", ci racconta di come non veniva ben compreso all'inizio da chi andava per promuovere la sua idea, delle difficoltà avute in 3 anni e mezzo di gestazione del documentario, poi di questi 14 mesi di tournee in giro per l'Italia e della cosa più bella per lui: l'incontro con le persone. Per la prima volta mostra in pubblico il trailer del suo ultimo lavoro Food ReLoveUtion che tratta lo scomodo tema del cibo, tutto ciò che mangiamo ha delle conseguenze. Poi parte il film. 
Le immagini di una natura spettacolare, il contrasto con la nostra civiltà super tecnologica e meccanizzata, il racconto di personaggi da tutto il mondo, ricercatori non solo del mondo scientifico ma anche del mondo spirituale, filosofi e appartenenti a culture legate a tradizioni delle antiche Americhe. Grandi nomi: Vittorio Marchi, Massimo Citro, Emilio Del Giudice, Giorgio Cerquetti, Masaru Emoto (è la sua ultima intervista prima della scomparsa), Gregg Braden, Igor Sibaldi, Enzo Braschi, ecc.
Stiamo tornando a un ri-avvicinamento tra scienza e spirito. La scienza con l'avvento della fisica quantistica e del concetto di entaglement ri-scopre conoscenze perdute dalla nostra memoria, ma da sempre appartenute al genere umano. La vibrazione e il concetto di connessione tra tutto l'esistente nel cosmo sono spiegati ammirevolmente dagli interventi e dalle immagini del documentario. Il film per me a tratti è stato molto emozionante e per nulla piacione, didattico al punto giusto, è davvero il film che tutti possono ben comprendere, il messaggio è chiaro e può arrivare anche a chi non conosce questi argomenti, utile come dice il regista ad essere diffuso tra amici e parenti "per non cantarsela e suonarsela da soli", come spesso accade. Il concetto che permea il film è che "Tutto è Uno" e io non sono altro che un altro te stesso In Lak'ech (il saluto Maya citato nel film). Tanti gli applausi alla fine della proiezione, poi parte il dibattito con le domande dal pubblico.
"E' un film che smuove le coscienze e invita a camminare nella bellezza" cita la moderatrice, il film è autoprodotto, racconta Thomas, e "devo ringraziare l'aiuto delle persone giuste che hanno messo il loro cuore davanti al portafoglio", grazie alla collaborazione e alla condivisione del suo intento con loro è riuscito a realizzare 200 proiezioni in tutta Italia e a distribuire il film in maniera indipendente, è tutto partito dal basso, grazie a questa straordinaria connessione.
La prima domanda del dibattito la riporto interamente perché contiene molti concetti fondamentali per me: 
"Quale è stata la scintilla primordiale per realizzare questo film?"
"Ho avuto la fortuna di essere un po' sfortunato nella mia vita e questo mi ha dato il tempo di riflettere su alcune cose, cioè che nella vita ci sono due problemi fondamentalmente e due modi fondamentalmente per risolvere i problemi: il primo è quello pragmatico che conosciamo tutti, quindi se abbiamo un problema dobbiamo per forza risolverlo, il secondo è quello più filosofico, che è quello che col tempo ho capito che si sposava meglio con la mia vibrazione e che secondo me era quello più giusto da utilizzare. C'è una bellissima frase di Milton che ho cercato di fare mia che dice che l'uomo ha in sé un suo proprio luogo, del paradiso può fare l'inferno e dell'inferno il paradiso, questa frase con la sua semplicità in qualche modo ti mette di fronte a uno specchio e ti dice che qualsiasi cosa che succede innanzitutto siamo in grado di risolverla, perché probabilmente l'Universo non ci mette nessun ostacolo di fronte a noi che non siamo in grado di risolvere, probabilmente quel problema che in quel momento stiamo cercando di risolvere è lì perché in quel momento dobbiamo fare quel passaggio evolutivo, e il secondo che qualsiasi cosa vista in maniera diversa cambia di prospettiva. Se un problema lo vedo dall'alto diventa minuscolo, se lo vedo dal basso lo vedo insormontabile. Questo ovviamente sembra facile detto da qui, ma quando lo vivi tutti i giorni ti rendi conto che per farlo tuo hai bisogno di studiare, hai bisogno di leggere, hai bisogno di partecipare a convegni, ed è quello che ho fatto per cercare di capire sempre più questo "Altro Mondo", per cercare sempre più di capire come fare per vivere queste realtà in questo modo e per fare della mia vita in qualche modo il più possibile il mio piccolo capolavoro. Nel frattempo facevo anche il regista [...] io faccio film su due cose, o le cose che mi appassionano o le cose che mi indignano, questa è una cosa che mi appassiona e quindi sapevo che un giorno l'avrei trattata in un film, solo che avevo paura del giudizio, avevo paura di essere tacciato da regista fricchettone, quindi per paura del giudizio stavo lì con queste valanghe di appunti su questo progetto che prendevano polvere nel cassetto, e passavano i mesi, passavano gli anni ma il film non iniziava ad essere girato. E' successo che a marzo del 2011 mio padre ha lasciato il corpo e questa esperienza, ovviamente dolorosa, mi ha fatto soffrire, ma mi ha messo anche nelle condizioni che quello era il momento in cui questo film doveva essere fatto, per questo, questo film, è quello che di più in assoluto nella mia vita parla di me, parla del mio percorso ed è un film introspettivo a tutti gli effetti. Questo è il risultato di un mio percorso di tre anni e mezzo, non so se mi sia costato più o meno di tre anni e mezzo di psicoterapia, però so che è stato utile per me e spero possa essere utile a qualcun altro" 
La genuinità della risposta arriva, le domande continuano e noto una sorta di filo conduttore nelle risposte, è quello che mi balza agli occhi, "tutto è partito dal basso e tutto si sta espandendo dal basso" e mi va di intervenire (contrariamente alla mia ansia di esprimermi in pubblico, soprattutto con un microfono in mano): "Tutto è partito dal basso e tutto si sta espandendo dal basso ed è giusto così secondo me, perché è venuto il momento in cui le cose devono partire da noi per primi, non dobbiamo aspettarcele da fuori da qualcuno che ce le dia e che ci arrivino così per grazia ricevuta. Si, l'Universo è qua e ci assiste, però deve partire da noi, siamo noi i primi a dover andare incontro alle cose belle che ci possono accadere, altrimenti non succede nulla se siamo qui seduti ad aspettare qualcosa dall'alto, hai fatto benissimo a muoverti ed è bellissima questa cosa che dicevo prima è molto bello vedere la sala piena, vedere tutte queste persone. Insomma solo che complimenti, grazie." Per me era importante sottolineare questa cosa, perché come Thomas, e come molte altre persone, la sto applicando con devozione: siamo noi l'unica fonte della nostra gioia o del nostro dolore, niente o nessuno ci può impedire di realizzare qualcosa se davvero lo vogliamo con tutto noi stessi e ci accorgiamo che il potere di cambiarci e dunque modificare le cose che stanno fuori è solo ed esclusivamente nostro, non esiste altra via, parte da noi, è per tutti noi, esistono ricchezza e abbondanza sufficienti per ognuno, ma lo vogliamo sul serio? Siamo in grado di metterci in gioco in questa realtà illusoria? La nostra anima ha desiderato essere qui, un motivo c'è, un motivo c'è se siamo esattamente a questo punto in queste condizioni.. Il Cambiamento parte da noi e ora citerò la solita frase ma è legge scolpita nella roccia, "siamo gocce in un mare immenso, ma il mare è composto da gocce", queste gocce vibrano e risuonano. Come vogliamo vibrare e risuonare in questo mare?
Io ringrazio ancora Thomas Torelli per il suo contributo vibratorio in questo mare, lo ringrazio perché ha risposto alla nostra vibrazione di Associazione che sta tentando di portare dal basso, coi mezzi che al momento ha, un determinato messaggio e perché ci appoggia in questa avventura della raccolta fondi pro Nepal dedicata ad Hanuman Onlus. Io e tutti i miei compagni di viaggio vi aspettiamo numerosi alla proiezione del 10 settembre a Verona a Forte Sofia e chiudo con una frase di Thomas su "Un Altro Mondo" che ben lo descrive:  "Questo film non insegna niente a nessuno, questo film ci ricorda cose che la nostra anima ha sempre saputo".
Grazie.
M.K.V.

Per maggiori info legate al film, alla vendita dei DVD e per realizzare una proiezione nella vostra città: www.unaltromondo.net 

sabato 5 settembre 2015

Rapporti

In molti casi il filosofare mentale non serve proprio a niente, il cuore sa.
Il cuore sa anche quando è ora di dire basta, sa quando è il caso di dire chiudo accettando e accogliendo la scelta delle altre persone. Molti credono (compresa io fino a qualche tempo fa) che seguire il cuore significhi  dire sempre "si" a tutto e a tutti fino a far mutare la nostra abnegazione in negazione, ma non è proprio questo che viene richiesto. Ci viene chiesto di ascoltarci e di essere onesti con noi stessi, ci viene chiesto di non raccontarci balle aspettandoci di cambiare gli altri e le loro volontà. Ci viene chiesto semplicemente di amarci all inclusive, pacchetto completo luci e ombre, e se amiamo noi stessi veramente senza fingere, vien da sé che ameremo ugualmente anche gli altri così come sono, sapremo vedere in loro luci e ombre e le ameremo tanto quanto: cercheremo di comprendere il valore delle loro luci che sono esattamente uguali alle nostre, come comprenderemo le loro ombre, essendo davvero onesti, capiremo che sono uguali esattamente alle nostre; ma nessuno sarà lì col mitra a dirci "devi legarti a questa o a quella persona fino alla fine dei tuoi giorni perché se la ami le devi stare vicino fino a sfiancarti", questa vocina che spesso sentiamo è parte della nostra personalità che vorrebbe sempre sentirsi e apparire buona e martire agli occhi degli altri. Vediamolo per ciò che è, è il nostro ego da crocerossino/a. Accogliere non significa subire, significa saper vedere oltre, perdonare noi stessi e gli altri per le nostre e le loro mancanze, significa saper dire anche "no grazie", con amore e gentilezza, ma con fermezza. Sarà comunque chiaro in noi che alla fine del gioco duale "io, tu, noi, lei, gli altri" non esiste siamo tutti Uno, proveniamo tutti dalla stessa sorgente. E il cuore questo lo sa, basta saperlo ascoltare facendo un po' di silenzio nella presenza del Qui e Ora.
M.K.V.

giovedì 20 agosto 2015

Le valige

La mattina mi metto sempre a spulciare qualche libro per trovare qualche frase che mi piace da condividere e oggi ho preso in mano "Varcare la soglia" di Kryon, ho aperto a caso (che poi mai lo è) ed è comparsa la parabola di "Wo e le valige". La parabola in questione è molto lunga non la riporterò, ma desidero riportarne il succo a modo mio. Wo è un cosiddetto Operatore di Luce, si sta preparando al passaggio alla Nuova Energia, il suo intento è di arrivare preparato e pronto ad ogni evenienza, con se ha tante valige, ognuna contiene ciò che ha ritenuto opportuno portare con lui. Al varco del ponte per passare alla Nuova Energia c'è un Angelo, Wo lo incontra è pronto e sicuro gli dice "controlla pure le mie valige sono ok", l'Angelo le controlla e una a una le svuota del loro contenuto: vestiti di ogni sorta per ogni tempo, manuali spirituali, mappe disegnate da uno sciamano, attrezzi per superare le paure, regali da dare agli altri per sentirsi buoni e accettati, tecnologia per sentirsi sicuro e connesso, vitamine per la salute e pure un piccolo dramma segreto. L'Angelo toglie tutto dalle valige, ora Wo è pronto a partire. 
Perché è importante questa storia?
Chiunque sta compiendo un viaggio al suo interno con lo scopo di conoscersi, amarsi e comprendere che Tutto è Unione e che la separazione, la dualità sono solo illusione, sa perché è importante tutto ciò. Probabile che non abbia incontrato un Angelo che ha fatto il lavoro per lui, ma ha sicuramente attirato a sé esperienze che lo hanno portato a comprendere che le nostre idee su come dovremmo essere, gli insegnamenti, le paure, le proiezioni e le gabbie mentali limitanti, gli oggetti scaramantici e le copertine di Linus non sono utili, sono fardello pesante di cui liberarsi.
Più vado avanti e più mi accorgo che ad ogni step che raggiungo faccio come fanno quelle lavagnette magiche che usano i bambini per disegnare, quelle che fatto il disegno puoi passare l'asticella e in un attimo il disegno è sparito, la lavagnetta è vuota pronta per un altro disegno da fare. 
Questo ho compreso, strato dopo strato posso liberarmi di fardelli a volte molto pesanti, a volte più leggeri. Spesso il rischio è rimanere vincolati alle proprie idee, al proprio sapere, ai propri rituali, attaccati e convinti che quello è l'unico modo, l'unica strada ed è così per tutti. Il Cammino per come lo posso stare comprendendo richiede innanzitutto molta flessibilità e capacità di adattamento, resilienza, zero attaccamento e molta semplicità, perché se ci abbandoniamo al flusso della Vita, la Vita ci sorprende ad ogni secondo e ogni secondo che passa tu sei diverso e tutto attorno è già cambiato. Sempre di più saremo portati a fare delle scelte fulminee, non ci sarà più spazio per avere dei dubbi, la Presenza e l'Ascolto interiori saranno le nostre Guide e i nostri Maestri, poiché se siamo in questo stato non ci serve altro, non abbiamo nemmeno da chiedere, è tutto già lì che ci attende e intorno a noi abbiamo un Entourage (così come lo chiama Kryon) che non possiamo nemmeno figurarcelo, è sempre lì a nostra disposizione basta saper chiedere e saper ascoltare. 
Le valige in questo viaggio sono inutili, è vero, è sufficiente un pratico zainetto. Quello zainetto contiene i nostri doni, ricordiamoci di utilizzarlo è tutto ciò che serve.
Eterna gratitudine.
M.K.V.

martedì 18 agosto 2015

Mente e cuore

Siamo soliti vivere divisi interiormente, crediamo che la mente ci porti lontano dal cuore e viceversa, pensiamo che mente e cuore non possano convivere pacificamente e invece è proprio la meta a cui possiamo tendere: per noi è possibile vivere la pace interiore utilizzandoli entrambe in serenità e armonia per il nostro massimo bene.

La mente

La mente è uno strumento potentissimo, non è qualcosa da combattere o demonizzare, ma se non facciamo nulla per guidarla sarà lei a guidare noi, coi risultati che tutti abbiamo costantemente sotto gli occhi. Come sappiamo in stato di "sonno" è facile essere in balia di essa, dei nostri pensieri e di quelli altrui, ma ora non possiamo proprio più permettercelo, ora è richiesto un passo ulteriore.
Siamo in grado di "cavalcare l'asino" se lo vogliamo, ci può mancare l'allenamento necessario, ma lo possiamo ottenere con volontà e costanza. Come?
Si parte dalle basi solite, ormai abbiamo appurato che è nella presenza del 'Qui e Ora' che possiamo realizzare il cambiamento, il Futuro lo costruiamo ora con le nostre scelte e i nostri passi.
Quindi prima di ogni cosa: centratura. Dove sono? cosa sto facendo? dove sta andando la mia mente? cosa mi suggerisce? sto scegliendo di fare davvero ciò che mi rende sereno in questo istante o sto tentando di accontentare qualcuno o qualcos'altro?
Qui entra in gioco un nostro potentissimo alleato: il pranayama, l'arte di saper controllare il nostro respiro.
Il respiro ci aiuta a rimanere nel momento presente e a porre più calma tra i pensieri, un allenamento costante a governare il nostro respiro con l'arte del pranayama può decisamente cambiare la nostra qualità di vita, possiamo arrivare a raggiungere anche uno stato di silenzio totale, poco importa se solo per pochi secondi, all'inizio è così, ma con l'allenamento arriveremo ad estendere i tempi. Tutto questo sarà possibile non solo finché siamo belli tranquilli nelle nostre stanzette con l'incenso acceso e la nostra bolla di pace artefatta, tutto questo lo possiamo fare ovunque in qualsiasi momento, anche in mezzo ad una folla di persone nel traffico cittadino. Una volta che applichiamo l'arte di controllare il nostro respiro possiamo cominciare a guidare la nostra mente e a porre un distacco tra ciò che crediamo sia la nostra realtà e la nostra condizione. Ho cominciato un paio di anni fa a porre l'attenzione al mio respiro, a forza di osservarmi e correggerlo quando necessario, ho cominciato a respirare in maniera più prolungata portando l'aria che entra ad andare oltre alla parte alta del torace, il respiro prolungato aiuta decisamente ad essere più calmi e centrati, se qualcosa mi turba inizio a calmarmi attraverso il respiro.

Altro strumento utile da applicare una volta che abbiamo raggiunto la centratura attraverso il respiro: facciamo un passo indietro e guardiamo ciò che ci accade da più distante, mi piace usare spesso la metafora del quadro Impressionista perché è efficace. Per poter godere a pieno della visione di un quadro di Monet per esempio dobbiamo per forza fare qualche passo indietro rispetto alla tela, altrimenti se siamo troppo vicini al dipinto non possiamo godere appieno del suo contenuto, ne vedremo solo una parte piena di pennellate e colori meravigliosi ma confusi. Lo stesso vale per la nostra Vita, se la osserviamo da troppo vicino ne siamo troppo coinvolti e ciò che otteniamo è solo confusione, se facciamo qualche passo indietro e la cominciamo a guardare più distaccati come un Testimone sarà per noi più semplice prendere una direzione chiara e comprendere le sottili dinamiche che legano i fili della trama che la compongono.

Già imparando a respirare più correttamente e ricordandoci di osservare tutto ciò che ci accade con maggiore distanza per avere punti di vista differenti sulla situazione stiamo facendo un ottimo lavoro e ci stiamo dando una grande mano.
La mente tende a ingigantire le situazioni e il suo genere letterario preferito è la tragedia, allenandoci ad osservarci in maniera distaccata applicando il Testimone diventerà gradualmente automatico e ci aiuterà sempre più a vedere le situazioni per quello che sono davvero, svincolati dalla lente d'ingrandimento mentale.

Ora lasciamo intervenire il cuore...

La mente vuole sempre un perché, la mente deve capire, anche quando l'evidenza è palese, la mente deve fare il suo lavoro, il suo giro di ragionamenti. Questo succede anche quando cominciamo a sostituire la motivazione più razionale e "normale" con quella meno razionale per la nostra cultura, come quella del karma o della vita precedente.
Non abbiamo fatto alcun passo oltre il mentale anche in questo caso, abbiamo solo truccato e velato di una luce più esotica un meccanismo mentale consolidato. 
Il cuore a differenza della mente sa, il cuore non ha necessità di ottenere spiegazioni, il cuore salta a pie pari la spiegazione poiché sente. 

La mente tende a trattenere, il cuore aiuta ad accettare e lasciare andare. Ancora una volta il cuore sa.


La mente frammenta, spezzetta, analizza. Anche qui intendiamoci non è male avere una mente analitica, in alcune situazioni è molto utile, questo lo so bene perché è una caratteristica che mi appartiene. La mente analitica è come un topolino di biblioteca, deve fare tutto a pezzettini, analizzare ogni singolo pezzo, riporlo nell'apposito contenitore e solo una volta che ha fatto tutte queste operazioni di inventariazione riassembla il tutto dandosi una spiegazione conclusiva. Questa spiegazione finale può anche arrivare ad essere molto simile a quella che darebbe il cuore, però abbiamo fatto un sacco di km in più per arrivare alla medesima destinazione, quanta fatica risparmiata utilizzando il cuore e la sua sintesi. Perché il cuore riesce a sintetizzare così bene? La risposta ormai la sappiamo: il cuore sa.


La mente parla, il cuore ascolta.


Il cuore ci porta oltre il mero razionale grazie all'azione della compassione, in ogni situazione la compassione ci aiuta ad estrarre la radice da ogni cosa, situazione, persona. La radice è ciò che ci accomuna, la radice di ogni cosa per ciò che mi riguarda è Dio. Nella compassione vediamo oltre al semplice problema poiché di fronte a noi non abbiamo più un nemico ma un fratello. Il cuore percepisce l'Unità delle cose, il cuore è direttamente collegato alla Fonte, perciò sa.


Se desideriamo semplificarci l'esistenza oltre a lavorare sulla nostra mente con la presenza nel 'Qui e Ora' e col distacco da ciò che accade per prenderne il comando saldamente, è di fondamentale importanza lavorare in parallelo anche sull'apertura del cuore e sulla compassione. Parole d'ordine: porsi in ascolto, meditare e praticare in ogni istante, ogni volta che ci è possibile, ogni volta che ce ne ricordiamo. Meditando sul cuore e applicando la compassione nel quotidiano arriveremo a sciogliere i nostri blocchi e a rimuovere muri spessi costruiti in anni di sofferenze. Lavorando sul cuore riusciremo poi anche ad armonizzare e smussare gli elementi della mente più rigidi e spigolosi. 


Ponendoci alla guida della nostra mente attraverso la saggezza del nostro cuore otterremo tutte le porte spalancate al nostro passaggio. E' arrivato il momento di far collaborare cuore e mente, è arrivato il momento di chiudere "l'Ufficio complicazioni affari semplici" e di aprire una nuova attività che ci donerà più serenità, più semplicità, più pace, più benessere, più ricchezza e più abbondanza.

Una mente e un cuore che lavorano all'unisono sono invincibili!
M.K.V.










domenica 2 agosto 2015

La chiamata

Il viaggio attende, i mezzi saranno anche quelli che sono in questo momento, ma la motivazione è salda e la meta a cui tendere chiara. Fare con ciò che si ha intanto è fondamentale, il resto arriverà da sé, spontaneamente, perché quando siamo sul percorso che abbiamo davvero scelto di intraprendere in questa vita per quanto possibile la strada è sgombra di difficoltà e impedimenti. Gli unici problemi che possiamo incontrare sul nostro cammino sono i limiti che la nostra mente ci auto-procura. 
Ogni limite auto-imposto è solo qualcosa che cela alla nostra esperienza i nostri doni più meravigliosi. I limiti e le paure sono come dei lucchetti che sigillano il nostro tesoro più prezioso, a nulla vale forzarne la serratura, la lotta è vana, perché esistono delle parole magiche che formano la combinazione, esse sono: accoglienza, accettazione, amore e fiducia in noi stessi. Nessun sigillo resiste al loro potere.
E se sentiamo forte il richiamo della nostra anima, diamole spazio, curiamo la nostra Luce, diamole la possibilità di esprimersi, è l'unica via che conduce alla gioia. Siamo qui appositamente per vivere in questa gioia e per vivere una vita completa, lo possiamo fare solo se ce lo concediamo, se ce lo permettiamo. Fin ora abbiamo vissuto lottando, dividendo e trattenendo. Non ha funzionato abbiamo solo generato sofferenza a noi stessi, agli altri e al Pianeta. Un'altra via c'è. La nostra anima attende il nostro Risveglio perché la nostra presenza è richiesta più che mai ora. Il Cambiamento parte da dentro di noi. Se non facciamo partire da dentro di noi questo atto rivoluzionario come possiamo sperare che fuori cambi qualcosa? Vi abbraccio di Luce.
M.K.V.

venerdì 10 luglio 2015

La Fiducia in Noi Stessi

Qualsiasi esperienza stia creando nella mia vita gira che ti rigira, mi sta portando sempre allo stesso punto, e l'identica cosa succede anche alle persone con cui mi confronto quotidianamente, il nodo è la Fiducia in Noi Stessi e credo sia bene affrontare questo argomento.
Limitandoci a parlare della nostra esistenza attuale, il percorso grossomodo è stato simile per tutti: i primi a interagire con noi sono stati i genitori, ognuno ha avuto le proprie esperienze infantili, c'è chi è stato portato a credere che non avrebbe combinato un granché fin da bambino, c'è chi invece è stato supportato in tutto e per tutto e ha avuto dei genitori attenti a dargli i giusti incoraggiamenti; poi sono subentrati gli insegnanti della scuola, tra i tanti anche lì abbiamo sicuramente incontrato quello sadico che si divertiva a torturarci psicologicamente, ma c'è stato anche quello che invece ci ha ispirato con il suo entusiasmo verso la missione dell'insegnamento; in mezzo a tutto questo ci sono stati i primi amichetti, poi le grosse compagnie, i primi amori; poi sono venuti i capi a lavoro e i colleghi, ecc. ecc. Insomma, durante l'arco della nostra esistenza abbiamo creato e attirato a noi diversi tipi di esperienza nei rapporti umani e questi rapporti hanno contribuito a costruire quella che è l'immagine che abbiamo di noi stessi e il grado di fiducia che abbiamo nelle nostre capacità e potenzialità.
Nove su dieci mi sento di affermare che questa immagine che ci siamo costruiti nella mente è totalmente o almeno parzialmente falsa.
Poiché ci crediamo imbalsamati, incapaci di cambiare e inabili ad agire, perché c'è sempre qualcosa di esterno a noi che ci blocca... bugia.
Chi ci blocca, chi ci limita, siamo sempre noi stessi.
Il giochino funziona più o meno così, ogni persona con cui abbiamo avuto a che fare nella nostra vita oltre ad essere specchio di ciò che siamo è stato anche un grande Maestro per noi, per quanto possa averci fatto del male e contribuito a farci sentire infimi, questa persona ha portato con sé grossi insegnamenti. Ci può aver fatto comprendere che i suoi atteggiamenti così odiati e criticati appartenevano anche a noi, ci può aver dato la possibilità di integrare delle informazioni, ci può aver dato modo di poter assumere un punto di vista differente, la casistica è infinita, però è importante non sottovalutare anche la più estranea delle comparse in questo teatrino nel quale recitiamo ogni giorno la nostra parte. Siamo tutti al servizio di tutti e nemmeno ce ne accorgiamo. (Se vi capita leggete "La piccola anima e il sole" di Neale Donald Walsh un racconto breve ma molto profondo, una parabola che può essere utile per capire questo aspetto dell'esistenza).
Quindi se pensiamo che fuori c'è qualcuno che ci sta impedendo di volare, diventiamo coscenti del fatto che quel qualcuno sta rappresentando una nostra parte disfunzionale. Come fare per integrare questa parte di noi che ci blocca e ci limita? A nulla vale combatterla e innescare una guerra interiore demonizzandola. L'unica forza che solve e coagula, quindi scioglie il nodo e lo trasforma integrandolo è l'Amore. Quindi aiuta prenderne coscenza, guardarla per ciò che è, perdonarla, benedirla, ringraziarla e dirgli che d'ora in poi assumiamo noi il controllo della nostra esistenza non Lei. Puf. Scommetto che "per magia" dissolto in noi il dilemma, pacificata la questione, si scioglierà ugualmente anche la situazione e si creeranno nuove dinamiche: la persona non ci ostacolerà più, si potrà allontanare o diventare anche nostra alleata.
Queste cose le sperimento quotidianamente, rimane comunque solo la mia esperienza, invito sempre tutti a non credere a chiunque per qualsiasi motivo, quindi anche a ciò che scrivo, ma a provare a giocare sperimentando. Solo agendo si possono integrare consapevolezze, altrimenti rimane solo conoscenza superficiale.
Tornando all'immagine che abbiamo di noi..
Cominciando ad assumere punti di vista differenti e a comprendere che le parti vanno solo integrate e non contrastate, che nulla esiste fuori che ci ostacola e combatte, cominciamo a modificare anche l'immagine che abbiamo di noi e la fiducia pian piano cresce. Certo, il lavoro pare infinito, capita di ritornare più volte sugli stessi punti nonostante tutto il lavoro che stiamo facendo, eppure se guardassimo oltre quell'aspetto preciso, vedremmo sicuramente un cartello luminoso con frecce colorate lampeggianti che recita: LA FIDUCIA IN NOI STESSI. Perché sempre lì porta tutto quanto. La Fiducia va costruita passo dopo passo, più ne siamo coscenti più sarà semplice cambiare schema di comportamento, più ci concediamo la possibilità di esprimerci facendo cadere le resistenze in noi, più sarà possibile "Aprirci alla Vita" ed esprimere il nostro potenziale. Il passato può aver influito pesantemente su di noi, possono essersi creati scompensi molto grossi, possiamo aver subito dolori devastanti, ma il passato ormai è passato, diamo un taglio netto, siamo Qui e Ora e da Qui e Ora si riparte, nulla è scritto e predestinato. Noi siamo gli unici autori del nostro romanzo, usciamo dalla sindrome di Calimero, un mondo meraviglioso ci attende. Fiducia!


Un pensiero ulteriore: basta brillare di Luce altrui, basta andare cercando la Luce degli altri additandola come un miracolo che non ci appartiene. Questo è il momento di agire per il bene di tutti dando spazio alla Nostra Luce. I Maestri che si sono incarnati su questo Pianeta lo hanno fatto proprio per inviarci questo tipo di messaggio, sono stati specchio di questo nostro aspetto interiore, ci hanno indicato il Cammino affinché noi potessimo iniziare a camminare avendo fiducia nelle nostre gambe, e se qualcuno invece, che è stato considerato da noi grande Illuminato, alla fine ha diffuso il messaggio che non potevamo fare a meno di lui per camminare e far brillare la nostra Luce, beh in questo caso è stato sempre Maestro, ma di ego spirituale.. insegnamento è giunto ugualmente.
Perciò Fiducia siamo tutti in grado di camminare con le nostre gambe basta volerlo!
Sat Nam

M.K.V.

domenica 28 giugno 2015

Il Sogno, la Co-Creazione, la Responsabilità e l'Amore

Viviamo in una grande Illusione: Maya. Maya è sogno, cosa distingue il sogno dalla vita vera? Nei sogni ci capita di vivere situazioni che la nostra razionalità potrebbe definire non-sense, però se nei sogni mangiamo sentiamo il gusto del cibo, se nei sogni proviamo dolore la sensazione è così forte che si protrae facilmente anche dopo svegli, se sognamo di lavorare a volte ci svegliamo più stanchi di come siamo andati a dormire e addirittura nei sogni possiamo arrivare a percepire la nostra mente che pensa. Qual è la differenza tra vita e sogno? Chi ci dice che anche ora che siamo qui e a noi sembra di essere perfettamente svegli non stiamo invece sognando?
Chi aumenta la sua capacità di consapevolezza di Sé durante il giorno, riesce ad avere anche più padronanza di Sé nei sogni stessi e si accorge di essere sveglio e lucido finché sta sognando, questa cosa lo può portare a governare i propri sogni. Sto parlando del Sogno Lucido, tecnica sciamanica, eppure non occorre diventare sciamani per metterla in pratica, chiunque si alleni ad utilizzarla può essere tranquillamente in grado di farla. La cosa interessante è che: più una persona si abitua in sogno a governare gli eventi che gli accadono e a creare consapevolmente scenari, oggetti, situazioni, più si accorge che questa cosa è possibile farla funzionare anche durante il giorno nella cosiddetta vita reale. Siamo i creatori della nostra realtà, ma siamo anche legati gli uni agli altri, siamo un Tutt'Uno, per questo motivo ciò che creiamo va direttamente ad influenzare le sorti dell'Universo intero. Dunque non siamo semplicemente Creatori, ma Co-Creatori, cooperiamo nella creazione di questo Sogno. Inutile commentare che non stiamo facendo proprio un ottimo lavoro visto e considerato come girano le cose sul Pianeta Terra, eppure qualcosa si è messo in moto, qualcosa sta cambiando e io personalmente nutro molta fiducia nel Cambiamento. Questo argomento dunque ne introduce un altro che è quello della Responsabilità, finché per noi sarà comodo pensare che la responsabilità è sempre in mano agli altri e non ce ne assumiamo mai l'onere, sarà difficile che le cose cambino, perché continuiamo a delegare a qualcun'altro il nostro potere e alla fine ci sentiamo impotenti di poter influire nelle circostanze. Attenzione: quando parlo di Responsabilità non sto intendendo Senso di Colpa (che è un'emozione di bassa vibrazione che spesso ci è stata imposta dalle Istituzioni sia politiche che religiose), ma mi riferisco all'Assunzione di consapevolezza del proprio potere all'interno di questo Sogno che chiamiamo Vita. Quando comprendiamo che questa Vita è Sogno, che possiamo influire con la nostra volontà creativa all'interno di questa grande Illusione e che ognuno di noi ha la Responsabilità di ciò che immette in circolo, ecco che avviene un Cambiamento fondamentale in Noi e nelle nostre Esistenze. Siamo qui per creare Bellezza. Siamo qui per creare Gioia. Siamo qui per creare Prosperità, Ricchezza e Abbondanza per Tutti. Siamo qui per creare Pace e Armonia. Siamo qui perché dobbiamo creare tutto questo prima di tutto per noi stessi, per quanto sia caotica la nostra Situazione Interiore o per quanto consideriamo grandi e insormontabili i nostri problemi. Chi è veramente Libero interiormente è Libero anche se è inserito nel contesto della peggiore delle dittature, e siccome sta co-creando sta contribuendo alla libertà stessa di tutti i suoi Fratelli. L'unica vera Rivoluzione che vale la pena di vivere è indubbiamente quella interiore, perché è l'unica Rivoluzione che può portare a un reale Cambiamento. Proprio perché Tutto è collegato, agendo consapevolmente sul nostro caos interiore andiamo ad agire automaticamente sul caos che sta fuori. E cosa può aiutarci in questo processo? Solo l'Amore, non quello che umanamente siamo abituati a intendere, quello romantico, ma l'Amore con la "A" maiuscola, la Forza che ci sostiene, che abbatte qualsiasi muro o barriera, che cura qualsiasi strappo o divisione, che porta Luce lì dove c'è Ombra, che accoglie e perdona. L'Amore di cui parla Dante "L'Amor che move il sole e l'altre stelle", l'Amore che fa girare tutto. E' solo con immenso amore verso noi stessi che possiamo guarire le nostre ferite interiori e portare la stessa energia di guarigione agli altri. Ed è solo attraverso l'Amore che possiamo creare Bellezza e condividerla con tutti.
M.K.V.


"La bellezza salverà il mondo"
F. Dostoevskij

lunedì 22 giugno 2015

Qui e Ora

Parlare del Qui e Ora è imprescindibile.
Nell'istante presente c'è tutto, nell'Adesso Siamo, Esistiamo, Viviamo. Eppure 99 su 100 noi Non siamo nel Qui e Ora, siamo sempre Altrove persi nel vortice dei nostri pensieri che ci portano a stare nel passato e nel futuro, ma come dice il termine stesso il passato ormai è passato e dunque non serve a nulla preoccuparsene, mentre il futuro lo costruiamo passo passo man mano che agiamo nell'istante presente e dunque la preoccupazione a nulla vale anche in questo caso. In più per questioni di economia globale del nostro apparato fisico siamo soliti vivere per automatismi, insomma ci muoviamo sempre col pilota automatico, il nostro meccanismo funziona per abitudini e quindi solitamente non abbiamo la consapevolezza nemmeno di come prendiamo in mano la forchetta e portiamo alla bocca il cibo, perché per noi è abitudine consolidata.
Ciò che possiamo facilmente dedurre da questo quadretto è che: in uno stato tale noi Non stiamo vivendo, ma subendo passivamente la vita. Stiamo letteralmente dormendo in piedi.
Per verificare tutto questo proviamo semplicemente a pensare quante volte ci è capitato di trovarci in una stanza senza sapere perché, oppure di sbagliare strada perché siamo stati deviati dalla nostra abitudine di fare sempre lo stesso percorso, oppure di farci male perché eravamo semplicemente distratti dai nostri pensieri..
Come ci si può svegliare da questo sonno perenne?
Di libri che trattano di tecniche ed esercizi che aiutano a rimanere nel momento Presente o nel Ricordo di Sé c'è una biblioteca sterminata, cito solo tre nomi di autori che possono essere di aiuto a chi vuole approfondire il tema: Georges Ivanovič Gurdjieff, Salvatore Brizzi, Eckhart Tolle.
Questa è la mia esperienza personale. Sono partita anch'io dalla lettura di alcuni testi e dall'ascolto di alcuni seminari sul tema, ma il solo sapere teorico non porta molto lontano, quindi ho voluto sperimentare su me stessa alcune tecniche per vedere cosa accadeva. Solo la volontà di sperimentare può portare alla vera comprensione. Cito Confucio: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Solo chiunque prova semplicemente a ricordarsi un paio di volte al giorno che è nel Qui e Ora, può comprendere quanto realmente Dorme tutto il resto del tempo.
Inutile tentare di raggiungere i Massimi Sistemi in un colpo solo, all'inizio sembra una lotta impari, questa dimensione è programmata per distrarci e questa società conosce tutte le nostre debolezze e dunque le sfrutta ai suoi fini di guadagno e sottomissione, ma anche questa è Illusione, perché siamo perfettamente in grado di auto-liberarci dalle catene che abbiamo scelto coscientemente di infilarci prima di incarnarci su questo meraviglioso pianeta. Quindi i propositi eroici del tipo: "Oggi starò tutto il giorno nel Momento Presente", posso affermare portano solo a frustrazione. Passo dopo passo, esperimento dopo esperimento, scegliendo momenti precisi, tempi brevi, inventando giochi, piccole prove, divertendosi sperimentando con gioia e mi raccomando senza giudicarci incapaci o buoni a nulla se non riescono proprio come pensavamo, portano ad essere più consapevoli. Pian piano si sostituiscono vecchie abitudini con nuove che aiutano ad essere maggiormente presenti, ci si comincia ad osservare, ci si comincia a distaccare dal solito trantran e a disidentificare dal proprio personaggio, si cominciano a comprendere molte cose su noi stessi che prima non vedevamo, arrivano intuizioni che magari arrivavano pure prima ma non le ascoltavamo, cominciamo a comprendere che siamo Una cosa sola con il Tutto, insomma finalmente Viviamo. Stare nel Momento Presente è un punto di partenza indispensabile e alla fine ci accorgiamo che tutto questo serve sempre e solo a portarci verso il nostro Centro, perciò Meditare e Respirare coscientemente aiuta il processo. Anche solo 10 minuti al giorno, 3 minuti per chi proprio si lamenta di non avere mai tempo, in cui ce ne stiamo seduti comodi con la schiena dritta e proviamo a calmare la mente attraverso una respirazione lenta e profonda, cambiano letteralmente la vita. Provare per credere.
Stringi, stringi per stare nel Momento Presente basta fare un respiro profondo e dichiararlo a Se stessi: "Sono Qui e Ora" e già lo siamo, già assumiamo un'altra prospettiva, plasmiamo l'idea che abbiamo di noi e aiutiamo le nostre cellule ad esserne consapevoli, e anche se non ne siamo coscienti stiamo contribuendo in maniera fondamentale alla modificazione del nostro DNA.
Nella Presenza troviamo la Connessione e tutto comincia a cambiare.
Dal Qui e Ora vi abbraccio,
M.K.V.

martedì 9 giugno 2015

Il cambiamento e la gratitudine

La soluzione a qualsiasi situazione o problema, che dir si voglia, si trova dentro di noi. Quando ce ne accorgiamo e cominciamo un percorso di osservazione interiore in cui con tutta la nostra volontà cerchiamo di rimanere nel momento presente e iniziamo a guardarci con gli occhi dell'osservatore esterno, improvvisamente ci rendiamo conto che se siamo arrivati dove siamo lo abbiamo fatto anche grazie alle cosiddette "sfighe della vita". Normalmente bolliamo come "sfiga" qualcosa che consideriamo come sbagliato o ingiusto, solitamente si tratta di un semplice cambiamento, ma lo riteniamo una sfiga perché il cambiamento ci fa paura e non siamo in grado di guardare oltre il nostro naso. La saggezza popolare dice: si chiude una porta e si apre un portone, ed è proprio così che accade. Eppure nel momento in cui la porta si chiude tendiamo a vedere tutto buio e senza via d'uscita, insomma, capita che il portone non lo troviamo con facilità. Il perdurare di questo stato di cose dipende sempre e ancora una volta da noi: la Vita è un flusso, più noi resistiamo più soffriamo. La resistenza al flusso dipende da quanto siamo disposti ad "accettare il cambiamento" e da quanto siamo disposti a "lasciare andare", da quanto siamo attaccati a cose, persone e situazioni, perfino alle nostre malattie. C'è una storiella molto carina che viene raccontata nell'incipit del libro di Richard Bach "Illusioni : le avventure di un Messia riluttante", parla di una creatura del fiume che un giorno, contro il parere delle altre creature e di ciò che gli era sempre stato insegnato, prende la decisione di lasciarsi andare alla corrente del fiume smettendo di avvinghiarsi alle cose attorno a lei e scopre che male che vada ogni tanto potrà capitarle di sbattere qua e là, ma lasciarsi portare dal flusso dell’acqua è piacevole. Le altre creature, che prima la prendevano in giro e le sconsigliavano impaurite di lasciarsi andare, vedendola fluttuare nella corrente gridarono al miracolo, a quel punto la creatura ribadisce loro che il miracolo non è suo, ma riguarda tutti: “Il fiume si compiace di sollevarci e liberarci, se soltanto osiamo lasciarci andare. La nostra missione vera è questo viaggio, questa avventura”. 
Pane al pane, vino al vino.. lasciarsi andare è difficile per innumerevoli motivi, ognuno ha i propri, tutti abbiamo un vissuto, tutti abbiamo i nostri limiti e le nostre sofferenze, ma non siamo i nostri limiti e le nostre sofferenze, siamo altro da tutto ciò, anche se siamo persuasi del contrario, e attenzione.. siamo qui appositamente per goderci il viaggio. Non c’è una via per lasciare e lasciarsi andare, ognuno è diverso, ognuno ha le proprie modalità e i propri tempi, ma quando comprendiamo come fare e ci abbandoniamo al flusso della corrente ecco che accade il piccolo grande miracolo, i portoni si spalancano e a una velocità incredibile accadono cose che pensavamo impossibili, in quel preciso istante siamo nel famoso momento e nel famoso posto giusto, siamo nel “nostro” e gli ingranaggi del meccanismo cominciano a girare senza intoppi. Certo a volte può capitare ancora che qualcosa si inceppi, ma ormai abbiamo sperimentato e compreso, nulla più ci spaventa come prima.
Vedere questo miracolo compiersi giorno dopo giorno nella mia vita può solo che rendermi infinitamente grata di ogni cosa, anche quella meno desiderabile, in fin dei conti me la sono creata da me, ogni scarrafone è bello a mamma sua. Provo infinita gratitudine anche quando le persone vengono e mi raccontano dei loro piccoli grandi miracoli quotidiani e mi dicono come ad una velocità incredibile la loro vita sta cambiando e parlano delle mille opportunità che gli si presentano, di come il buio nella loro vita si tramuta in Luce. Questo accade perché finalmente stanno cominciando a sperimentare su di loro che Tutto è a nostra portata, Tutto è dentro di noi, fuori esiste solo l'Illusione. Sentire che il Cambiamento sta toccando così tante persone mi dona forza ed entusiasmo. Cambiare è possibile, ho fiducia negli Esseri Umani.
Grazie Universo per questa incredibile avventura, grazie per le opportunità che mi creo, grazie per le splendide anime che sono qui con me e mi accompagnano durante il viaggio. Sat Nam
M.K.V.  

lunedì 25 maggio 2015

Convinzioni e limitazioni

Avevo intenzione di scrivere il prossimo post sull'argomento del Qui ed Ora, ma ho deciso di seguire quello che l'Universo mi ha proposto come esperienza in questi giorni, o meglio ciò che ho deciso di auto-propormi come esperienza in questo periodo. L'argomento che andrò ad affrontare è un po' delicato, ma.. 
Per il momento ho deciso di scrivere solo su ciò di cui ho diretta esperienza, quindi ho testato anche questo su di me. 
Ciò di cui vorrei parlare è la gabbia di convinzioni, sovrastrutture e auto-limitazioni che ci siamo costruiti attorno e da cui siamo convinti di non poter uscire.
La prenderò larga.
Tutto è energia. Noi siamo energia. Anche il nostro pensiero è energia, dunque l'energia del pensiero va dove la porta il pensiero stesso. Lì dove esiste energia c'è Creazione. Il pensiero quindi è fortemente creativo. Noi siamo esseri creativi, direi proprio che uno degli scopi principali per cui siamo qui è proprio quello di creare. Se creiamo consapevolmente, ovvero consci di ciò che stiamo creando, possiamo fare miracoli. Siamo esseri potenzialmente infiniti, ma spessissimo viviamo schiavi della nostra piccola prigione sentendoci impotenti di poter cambiare le cose, anche le più piccole. Provate a fermarvi e a osservare, noi creiamo continuamente, non lo facciamo quasi mai in maniera cosciente, ma lo facciamo. Come funziona quando inventiamo qualcosa? Prima ci viene l'idea, cominciamo a darle forma nella nostra mente, poi cominciamo ad agire per darle anche una forma fisica e se agiamo con convinzione e motivazione otteniamo quella cosa. Tutto è partito da un semplice pensiero. 
Tutto nella vita funziona alla stessa identica maniera: pensiero creativo + azione = forma.
Vien da se che tutto ciò di cui abbiamo esperienza lo abbiamo creato noi. 
Qui di solito la mente parte a controbattere: "Non è vero, io mica ho voluto quella situazione lì che mi ha fatto stare così male, io non l'ho creata, io non ho scelto, perché mai avrei dovuto farlo? Sarei stupido altrimenti!". Il mio punto di vista odierno mi porta a considerare queste opinioni come le "scuse" che la mente crea per non mettersi in discussione, è più facile rimanere nella zona comfort che abbiamo creato nel nostro caos anche se significa vivere nel disequilibrio più totale, ma è solo il mio punto di vista. Quando ho letto per la prima volta in un libro che ogni esperienza vissuta l'abbiamo voluta, scelta e creata, anche la più spiacevole, non mi è sembrato così strano, mi sono messa volentieri alla prova per vedere come funzionavano esattamente le cose e ho cominciato a fare quello che tutti i testi consigliano, nulla di stupefacente, impossibile o che richiede facoltà paranormali, ognuno di noi può accorgersi di come funziona questo gioco che chiamiamo Vita semplicemente osservandosi. Lo chiamano "Attivare il Testimone", più semplicemente: osservazione distaccata di Sé, senza giudizio o aspettative, mi guardo da fuori come fossi qualcuno che mi osserva dall'esterno e ascolto distaccatamente me stesso, i miei pensieri e le parole che dico, guardo i gesti che faccio. Non è una pratica che riesce al primo colpo, è una pratica da allenare dentro di sé. Le prime cose che balzano all'occhio attivando l'osservazione sono che: fondamentalmente funzioniamo come degli automi e viaggiamo costantemente col pilota automatico inserito, ci muoviamo esclusivamente seguendo abitudini, che ci siamo creati o che ci hanno indicato come le migliori da utilizzare (famiglia, società, religione); la nostra mente è una radio che trasmette senza tregua un intricato groviglio di pensieri che viaggiano ad una velocità incredibile, spesso sono pensieri poco propositivi e a volte sono anche pensieri ossessivi.
Finché viviamo in questo stato di addormentamento, prede del pilota automatico inserito e della nostra mente che vaga dalla mattina alla sera indisturbata e crea senza che ce ne rendiamo conto, subiamo la Vita. Attenzione! Questo stato è modificabile, ma bisogna volerlo. C'è anche chi non desidera cambiare e vuol stare dove sta, libero di scegliere, ogni scelta è un nostro sacrosanto diritto che nessuno ha il potere superiore di giudicare. 
Dopo un primo sguardo attento ai pensieri che formuliamo e alle parole che diciamo possiamo cominciare a renderci conto anche di come siamo manovrati dalle nostre convinzioni e dalle nostre paure. Qualsiasi cambiamento che vada a toccare il nostro equilibrio precario ci atterrisce e ci manda in panico. Solo l'idea di doverci spostare di un passo da dove siamo ci causa ansia e stress, perché siamo attaccati con le unghie e coi denti al "personaggio" che crediamo di essere e che invece ci siamo costruiti e cuciti attorno con l'ago e il filo delle nostre convinzioni e delle nostre abitudini e perché siamo governati dalla paura. No panic. L'altro passo da fare per uscire dalla gabbia è comprendere che nulla fuori ha il potere su di noi. Fate un bel pernacchione al Sistema che vi ha convinto del contrario. Tutto dall'esterno ci rimanda a questo: "Sei impotente, non puoi fare nulla, non puoi cambiare niente", più ce ne convinciamo e più lo dichiariamo, più lo saremo. Le parole sono la più alta forma di magia che esiste "All'inizio fu il Verbo". Cominciate a far sgretolare la gabbia e a disintegrarla. Noi possiamo essere ciò che vogliamo, Noi possiamo fare molto, Noi possiamo cambiare le cose! Ponendo attenzione ai nostri pensieri e quindi alle parole che utilizziamo ci facciamo un enorme favore, cominciando a modificarli e a migliorarli ci facciamo un favore ancora più grande, creando con consapevolezza cose belle, cose che ci piacciono, cose che ci fanno stare bene, situazioni di pace, noi non diventiamo egoisti, anzi.. lavoriamo per il bene di Tutti! Senza addentrarci nel discorso del Campo quantico e rimanendo raso terra, da capire è semplice: se io sto bene lo trasmetto a chi mi sta vicino, la sua condizione migliora e di conseguenza quella di tutti coloro che sono a lui collegati; si dice che il sorriso sia contagioso è vero, lo sono altrettanto la rabbia e le altre emozioni, se io mi arrabbio con qualcuno, quel qualcuno si arrabbia a sua volta e sparge rabbia tutto attorno. 
Siamo onde che vibrano. Qual è la vibrazione che vogliamo trasmettere? Possiamo scegliere. Io scelgo ogni giorno di voler uscire dalla gabbia, non è semplice, ma è possibile. Ogni giorno cerco di scegliere con consapevolezza e di non far scegliere al "personaggio", fosse per il "personaggio" ora non starei scrivendo, non avrei mai preso un aereo, starei stravaccata sul divano a ingozzarmi di schifezze, accusando il mondo di quanto sia brutto e crudele. Invece Sono qui e finalmente sono felice di esserlo e mi auguro che la mia vibrazione di felicità vi possa raggiungere e trasmettere il mio stesso entusiasmo per la Vita. Grazie.
M.K.V. 

mercoledì 20 maggio 2015

Lo Yoga

Lascio ai più esperti le informazioni didattiche e storiche sullo yoga, voglio limitarmi in questo post a raccontare quello che è stato il mio personale avvicinamento alla pratica e cosa ha significato per me.
Sempre più spesso incontro persone che mi dicono: "Sai che vorrei fare yoga", "Sai che mi piacerebbe provare", ecc. Quando chiedo loro "Come mai" la risposta è quasi sempre, "Perché mi affascina", "Perché sono stressato", "Perché sono sempre arrabbiato"...  La mia esperienza è certamente simile a quella di molti altri e secondo me sotto sotto c'è un perché...
Ero all'Università quando una compagna di corso si mise a raccontarci che aveva iniziato a frequentare un corso di yoga, il primo pensiero che mi saltò in mente: "Yoga? Non so cosa sia ma voglio farlo pure io!" Poco dopo trovai un volantino che parlava di un corso di yoga, non ricordo quale, però sul foglio era specificato che durante le lezioni si dovevano usare solo abiti bianchi e che dovevano essere indossati esclusivamente per la pratica, questa cosa mi turbò parecchio e inoltre il costo del corso a quel tempo risultava proibitivo per le mie tasche, non credo fosse lo stesso corso che frequentasse la mia amica, ma lì per lì mi scoraggiai subito e non diedi seguito alla mia ricerca. Non ricordo nemmeno il periodo preciso, ma anche mio padre che era insegnante, un anno scelse come corso d'aggiornamento proprio lo yoga, dentro di me pensavo: "Anch'io voglio fare Yoga!". 
Finché ci fu un momento particolarmente stressante in cui lavoravo molte ore a fila e bevevo cinque caffè al giorno, così nella mia mente si formulò quest'altro pensiero: "Non ho più scuse. Finalmente è giunto il momento di fare yoga!". 
Dunque era chiaro, mi serviva più o meno una scusa buona per iniziare.
Cominciai a fare la mia bella ricerchina, ora c'era internet dalla mia parte. Da bravo topolino di biblioteca vagliai e valutai costi, pro-contro di tutte le scuole che c'erano a Verona e finalmente presi l'appuntamento per la mia prima lezione di prova gratuita. Scelsi lo Yoga Kundalini ignorando la differenza tra una scuola di pensiero e l'altra, in quell'occasione feci l'incontro fondamentale con quella che ancora oggi è la mia insegnante, sono passati otto anni e la lezione del mercoledì è un appuntamento sacro.
Ricordo la meditazione che facemmo durante la lezione, la mia prima meditazione: Siedi diritto a gambe incrociate. Solleva entrambe le mani all'altezza delle spalle. Gomiti in basso. Punta il dito indice ed il medio in alto e usa il pollice per trattenere le altre due dita. Occhi chiusi. Ritmicamente allarga e richiudi indice e medio. Continua per 11 minuti.
Non sapevo cosa stavo facendo ma è sicuro che nonostante la fatica fisica il giorno seguente ero esaltata da tutto ciò, andavo dai miei colleghi a raccontare di questa meditazione e di come mi sentivo un po' pirla a stare seduta in quella posizione ad aprire e a chiudere le dita, ma allo stesso tempo di come mi piacesse e di come mi sentissi bene nel farlo. Non avevo idea di dove mi avrebbe portato lo yoga, una cosa però era certa, tutte le tensioni al collo e alle spalle che avevo accumulato in anni di nullafacenza fisica in poco tempo si erano dileguate, mi sentivo meno stressata e mi bastava quella lezione settimanale per ricaricarmi di energia e benessere fino all'appuntamento seguente. Cominciavo a prendere più confidenza con certe tematiche, sentire raccontare di chakra, energia, nadi, aura mi incuriosiva, la mia parte razionale non discuteva l'idea di possedere dei corpi sottili. Cominciavo a confrontarmi con le mie resistenze mentali, potevo notare come pian piano alcune resistenze crollavano, magari se ne formavano altre, ma cominciavo decisamente a sviluppare volontà e capacità di andare oltre i limiti mentali che mi ponevo abitualmente. 
Benedico il mio incontro con lo Yoga Kundalini, lo yoga mi ha aperto la strada, mi ha preso per mano e mi ha accompagnato aiutandomi a cambiare prospettive, più andavo avanti, nonostante alcuni periodi no in cui la mente combatteva e rifiutava, più capivo che lo yoga era un dono e una strada da continuare a percorrere. Cominciavo a comprendere che lo yoga non era solo l'appuntamento del mercoledì o una posizione tenuta perfettamente fino al tempo necessario: lo yoga è la connessione. Yoga è ogni singolo istante vissuto pienamente nel qui ed ora, yoga è ogni situazione spinosa che ti si presenta e affronti svincolato dall'abitudine e dai soliti punti di vista. C'è una frase di Yogi Bhajan, colui che ha portato alla conoscenza dell'Occidente lo Yoga Kundalini, che a me piace molto: "Questo non è lo yoga che si pratica in solitudine in cima a una montagna e fuori dalla realtà, è stato insegnato per la gente che lavora, che ha una famiglia e che è sottoposta agli stress di ogni giorno". Rende l'idea. Molto pratico. Lo yoga è una tecnologia al nostro servizio che aiuta a portare l'attenzione al nostro Centro e svela l'Illusione. Perciò sempre più persone in questo periodo di forte cambiamento cercano lo yoga "istintivamente", come è successo a me. Tendere verso ciò che c'è di più vero in noi è un'attitudine naturale che prima o poi si rivela in tutti. E se non sarà in questa incarnazione, sarà in un'altra.
Devo ringraziare lo yoga anche per le persone meravigliose che ho conosciuto grazie alla sua pratica, provo a lanciare un appello e chissà... sarebbe bello se qualcun altro avesse voglia di raccontare qui sul blog il suo incontro con lo yoga e cosa ha significato questa esperienza per lui.
Sat Nam!
M.K.V.